Siria, Trump minaccia sanzioni pesanti contro la Turchia per far cessare immediatamente i bombardamenti.
Guerra in Siria, Trump minaccia: gli Stati Uniti sono pronti ad imporre sanzioni economiche e aumentare i dazi sui prodotti turchi. Un provvedimento che il presidente americano ha annunciato con una serie di tweet prima di passare all’azione.
Secondo quello che ha scritto nelle ultime ore è pronto ad aumentare le tariffe dell’acciaio “fino al 50%” e che gli Stati Uniti “fermeranno immediatamente i negoziati per un accordo commerciale con la Turchia”. Un’intesa del valore di 100 miliardi di dollari che adesso rischia seriamente di saltare.
Trump è pronto a firmare un ordine esecutivo “per imporre sanzioni contro dirigenti ed ex dirigenti del governo turco. E qualsiasi persona che contribuisca alle azioni destabilizzanti della Turchia nel nordest della Siria”. Ma ha anche precisato che le truppe statunitensi pronte a lasciare la Siria non si allontaneranno troppo. Rimarranno infatti nella regione per monitorare la situazione e impedire una ripetizione del 2014. Allora la minaccia trascurata dell’ISIS imperversò in Siria e Iraq.

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Trump e la grande pausa ad Occidente, l’ISIS torna a colpire?
Ma in un’altra serie pomeridiana di tweet, il presidente Trump ha affrontato la situazione in Siria. Con un messaggio il presidente ha citato la commentatrice conservatrice Katie Pavlich che incolpa l’Europa per la situazione in Siria. Il presidente Usa ha ahche twittato sulla presenza militare americana in Siria dopo a sconfitta” al 100%” del califfato ISIS.
Ha domandato pubblicamente perché gli Stati Uniti avrebbero dovuto “combattere per la Siria e Assad per proteggere la terra del nostro nemico? Chiunque voglia aiutare la Siria a proteggere i curdi è bravo con me, che si tratti di Russia, Cina o Napoleone . Spero che facciano tutti grandi cose, ma siamo a 7000 miglia di distanza”.
La grande paura di tutti, Trump compreso, è che da questa campagna turca esca fuori un rafforzamento dell’ISIS. Lo scorso fine settimana le autorità curde hanno riferito della fuga di centinaia di persone con collegamenti con l’ISIS da un campo di detenzione nella zona.