Cosa sapere su Cristiana Ciacci: chi è e cosa fa nella vita la figlia del cantante Little Tony, il tour in memoria del padre scomparso.
Classe 1974, Cristiana Ciacci è conosciuta per essere la figlia del cantante Little Tony e di Giuliana Brugnoli. La coppia convolò a nozze nel 1972. A nemmeno 20 anni, la giovane rimase orfana di madre: era il 1993 quando un tumore uccise Giuliana Brignoli. Col padre ha avuto un rapporto controverso: il cantante a lungo non avrebbe accettato i problemi di salute della figlia, che soffriva di anoressia. Dopo la morte della madre, i rapporti sono diventati migliori.
Chi è e cosa fa nella vita Cristiana Ciacci
Racconta Cristiana Ciacci, fondatrice della Little Tony Family, una formazione formata da lei, dal musicista e storico collaboratore di suo padre Angelo Petruccetti e da due ballerine: “Erano liti furibonde tra noi. Lui non la concepiva come malattia. Per lui il male era ciò che ti colpisce nel fisico, non che ti esplode nell’anima. Era convinto che mi infliggessi tutto da sola. Non ho fatto in tempo a spiegargli”. Dopo la morte del padre, la scelta di portare in tour i grandi successi da Cuore Matto a La Spada nel cuore.
Cristiana Ciacci ha cinque figli, la curiosità è che tutti con la lettera M: Mirco, Melissa, Martina, Melania e il più piccolo, Mattia. Anche suo zio, Enrico Ciacci, era un noto musicista. La donna era incinta di Melania, mentre il papà cantante stava morendo, e al genitore dedicò una lunga lettera, pubblicata dal settimanale ‘Di Più’, in cui scriveva: “Ti penso sempre papà, non c’è secondo della mia vita che non sia dedicato a te, al ricordo di quei giorni, gli ultimi, in cui tu eri sdraiato su un letto semicosciente, ad un passo dalla morte, mentre io ti stavo accanto, ti lavavo, ti accarezzavo, ti parlavo”.
La battaglia di Cristiana contro l’anoressia
Nella lettera, c’era poi spazio per la sua battaglia contro l’anoressia. Scriveva la donna: “Combatto con l’anoressia da ormai tredici anni e tante volte sono arrivata vicino ad un limite, oltre il quale si po’ anche rischiare la vita. Il rifiuto del cibo per me è sempre stato un rifiuto della vita, la mia, che mi ha causato tanta sofferenza. Sia quando ero piccola e tu e la mamma eravate sempre fuori per lavoro, che da grande, con i miei rapporti conflittuali con gli uomini, che con molta probabilità, sono solo lo specchio dello scontro che ho con me stessa”.
“Nel tuo ultimo mese di vita, ero arrivata a pesare quarantacinque chili, prendevo tanti tranquillanti e a stento riuscivo a stare in piedi, le uniche energie che avevo erano per te, le impiegavo per sollevarti dal peso di quel male orrendo che ti stava mangiando da dentro” – scriveva ancora – “Scoprire di aspettare un bambino è stata per me una sorpresa, perché nelle mie condizioni fisiche era quasi impossibile rimanere incinta, ma tu, già preoccupato dalla mia anoressia, saresti impazzito dal dolore nel sapere che avrei dovuto affrontare una gravidanza così complicata senza il tuo aiuto e il mio obiettivo, era quello di tentare di farti morire sereno”.