La guerra in Siria non si ferma, ma ora Vladimir Putin scende in campo in prima persona. Con i suoi militari ma anche il peso della sua forza diplomatica.
Guerra in Siria, Putin è il vero ago della bilancia. L’impressione circolava da giorni, perché il Presidente russo è sempre stato vicinissimo a questo conflitto. Ora però lo ha dimostra con un paio di fatti concreti. E forse uno spiraglio di pace o almeno di tregua nelle ulrtime ore si è anche apderto.
La Russia infatti ha deciso di scendere in campo direttamente per trovare una soluzione concreta al conflitto nel Nord-Est della Siria. Intanto lo fa con uomini del suo esercito. Così al confine fra Turchia e Eiria sono comparsi blindati russi affiancati a quelli siriani. E il ministero della Difesa di Mosca ha comunicato che militari russi stanno pattugliando la ‘linea di contatto’ tra le forze siriane e turche nelle zone calde della guerra.
Inoltre Alexander Lavrentyev, iinviato speciale russo in Siria, ha detto che “l’offensiva turca è inaccettabile. Non permetteremo assolutamente che Turchia e Siria si scontrino”. In fondo lo pensa anche Erdogan che non più tardi di ieri, 14 ottobre, si era detto d’accordo con Putin sulle città di Kobane e Manbij. In realtà però Lavrentyev ha spiegato chiaramente che non c’è mai stato alcun accordo. Mosca al momento sta soltanto facendo da intermediaria tra i curdi e il governo di Damasco.

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Vladimir Putin è sempre stato il primo protettore del regime siriano. Adesso però, per assurdo, si propone come salvatore dei curdi. In fodo però ha tutto l’interesse perchPé contrariamente agli Usa, lu ha tanto da perdere. La sua Russia è decisamente vicina alla zona del conflitto e sapere che la Siria è un porto relativamente sicuro gli toena comodo.
Ma adeso cosa succederà? Complicato dirlo. Intanto però i membri europei del consiglio di sicurezza dell’Onu hanno chiesto una nuova riunione a porte chiuse in programma domani, 16 ottobre. Il tema è ancora l’offensiva militare turca egli aiuti alle popolazioni locali in chiara difficoltà. Titte le Ong che erano presenti nella zona di conflitto hanno dovuto abbandonarla. E secdondoi le ultie stime gli sfollati sono quasi 280mila, un quarto dei quali bambini.