Caso Schwazer, svolta clamorosa: il gip ordina un supplemento di indagini

Caso Alex Schwazer, svolta clamorosa. Il marciatore squalificato due volte per doping in realtà probabilmente è stato incastrato.

Caso Schwazer, svolta clamorosa: il gip del Tribunale di Bolzano, competente sul caso, ha deciso di chiedere un supplemento di indagini. E ad occuparsi della perizia sarà il comandante del Ris di Parma, Giampietro Lago. Toccherà a lui spiegare l’anomala concentrazione del Dna che nel 2016 venne trovato nel campione di urina del marciatore.

Allora quasi tutti avevano creduto che l‘ex campione olimpico della 50 km a Pechino 2008 fosse ricaduto nella tetntazione. In fondo quatrto anni prima, trovato positivo, aveva confessato il ricorso all’Epo. Ma quella volta invece si proclamò innocente e lo stesso fece il suo allenatore, Sandro Donati. Ora sembra crederlo anche Walter Pelino, gip di Bolzano che segue il caso giudiziario.

Ora ha depositato una lunga ordinanza nella quale richiede un ulteriore supplemento di perizia alla Procura presso la Corte d’Appello di Colonia. Quella è la sede del laboratorio antidoping accreditato presso la Wada che nel 2016 ha riscontrato la positività. Eppure fin dall’inizio ci sono stati troppi particolari discordanti. A cominciare dalla cattiva conservazione delle due provette di urine.

Come scrive il giudice Pelino “l’ipotesi della manipolazione rimane in campo ed è l’unica che non richieda una sperimentazione per dimostrarne la fattibilità”. Secondo lui, se anche l’inchiesta si chiudesse oggi, rimarrebbero in goni caso “profonde ombre che certamente non gioverebbero né all’indagato né alla credibilità ed immagine delle istituzioni coinvolte”. Qundi andare fino in fondo per accertare la verità conviene a tutti. A cominciare dalla Federazione di Atletica mondiale (la Iaaf) e dalla Wada, l’agenzia mondiale antidoping.

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Caso Schwazer, svolta clamorosa: supplemento di indagini sul suo Dna (Getty Images)

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Caso Schwazer, il marciatore ha sempre proclamato la sua innocenza

Quella positività del 2016 di fatto è costata a Schwazer la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Rio dell’estate successiva. Ma ha anche segnato la fine della sua carriera, con una squalifica che scadrà soltanto nel 2024. Questo ovviamente a meno che non venga dimostrato il complotto e la sua innocenza. Ora lui ha smesso con lo sport praticato, fa l’allenatore ed è anche diventato papà.

Ma ha sempre voluto andare fino in fondo e il gip di Bolzano sembra credergli. Secondo Pelino è in gioco la credibilità dell’intero sistema dei controlli antidoping nello sport. Ma soprattutto osserva che tutti gli elementi giocano a favore dell’autenticità per alcune mail significative. Sono quelle nelle quali il capo dell’ufficio antidoping della Iaaf, Thomas Capdeville, parlava di complotto nei confronti di A. S. Una sigla che sta per Alex Schwazer, da oggi presunto innocente.