Batistuta: “Ho pregato affinché mi amputassero le gambe”

Batistuta felice su Instagram per l’operazione andata a buon fine. Ecco l’intervista

Gabriel Omar Batistuta, il grande ‘Batigol’ argentino di Fiorentina, Roma ed Inter è tornato su Instagram. Questa volta l’annuncio di un intervento andato a buon fine: “La prima tappa è superata, la protesi alla caviglia sinistra è già una realtà, ora ci stiamo avviando al recupero. Grazie per tanto amore e per la preoccupazione. Grazie al Dr. Beat Hintermann e al team per questo intervento che mi dà la speranza di tornare a camminare normalmente. Dico ai miei seguaci che sono in piena riabilitazione, quando sarò dimesso tornerò in Argentina. Ringrazio i miei fan incondizionati per il supporto”.

 

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‪Gracias al Dr. Beat Hintermann y equipo por esta cirugía que me da la esperanza de volver a caminar con normalidad. A mis seguidores les cuento que estoy en plena rehabilitación, cuando tenga el alta volveré a la Argentina. Agradezco a mis incondicionales fans por el apoyo 💜⚽️💜‬

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Le parole di Batistuta dopo l’intervento

Batistuta

“Le mie caviglie sono fragili per costituzione. Non ho mai potuto giocare al cento per cento. Sono stato torturato dalle distorsioni. Andavo avanti a furia di infiltrazioni e antidolorifici. – ha detto al Corriere dello Sport – L’impegno con la società, con il pubblico, con me stesso era troppo importante. Scendevo in campo in condizioni impossibili. Ero il Re Leone, Batigol il guerriero e stringevo i denti”.

“Appena smesso, mi sono ritrovato con le caviglie a pezzi – continua – Non avevo più cartilagine. Osso contro osso, su un peso di 86-87 chili: il minimo movimento diventava un tormento. Lo stesso problema di Van Basten, che ha detto basta a 28 anni. Certi giorni non riuscivo a scendere dal letto. Piangevo di rabbia e mi dicevo: non può finire così”.

Sulla famiglia: “La mia famiglia mi reclamava: ora puoi stare con noi. E invece soffrivo, stavo male. Così male che sono andato da un amico medico e gli ho chiesto di amputarmi le gambe. L’ho pregato, ho insistito. Gli ho detto che quella non era più vita”.

Su la protesi alla caviglia: “Una soluzione che rincorrevo da almeno sei-sette anni. Fra 40 giorni, tolto il tutore, sapremo se il dolore è scomparso e potrò finalmente camminare come una persona normale”.