Andiamo a scoprire le ultime stime, quali e quanti sono i costi per crescere e mantenere un figlio dai 0 ai 18 anni, secondo l’indagine di Federconsumatori
Avere una famiglia, è uno dei progetti che ogni cittadino sogna di realizzare nel tempo. Ma alle volte questo desiderio diventa difficile da realizzare. Infatti, per avere una famiglia bisogna anche avere la disponibilità economica per farlca crescere e mantenerla. Possiamo dividere i costi per un figlio in, mantenimento ( alimentari, vestiario,alloggio,cura,salute..), ed in accrescimento ( socialità,istruzione,intrattenimento,cultura..).
Solo grazie alla conoscenza di questi costi, si può prendere una decisione nell’avere o no dei figli. Anche avere una conoscenza approssimativa di questi dati è importante, perche comunque previene l’impoverimento economico del nucleo familiare.
In questi ultimi anni, in Italia come anche negli altri paesi del mondo, sono state svolte delle indagini sui costi per crescere un figlio. I primi risultati che sono emersi, hanno fatto notare che i costi variano a secondo del reddito familiare.
I costi per il figlio, da nord a sud
Federconsumatori ha preso come riferimento le spese attribuibili ad 1 figlio di 16 anni, con un altro figlio minore, in una famiglia di tipo bi genitoriale che abita in una grande realtà urbana del centro‐nord e in una casa di ca 100 mq di proprietà, con mutuo/affitto da pagare.
I tipi di costi pro quota sono:
- Alloggio: che comprende i costi di affitto/mutuo, tasse di proprietà, manutenzione, pulizia,spese per
luce, gas, acqua, riscaldamento,rifiuti e arredamento.( compreso Tv,radio,Hi‐Fi..). - Alimentazione: le spese per cibo , non alcolici, buoni mensa, ristorante.
- Trasporti e comunicazioni la voce comprende la quota di ammortamento per l’acquisto del veicolo,
carburante, manutenzione e riparazioni, assicurazione, trasporti pubblici( aerei compresi) telefonia
fissa e mobile e connessione Internet. - Abbigliamento: costi di acquisto, pulitura e riparazione.
- Salute: costi non coperti dal servizio pubblico ( es. dentista, fisioterapia,psicologo…).
- Educazione e cura: spese per babysitter, tasse scolastiche,libri, ripetizioni, pre‐post scuola, mensa scolastica, viaggi di studio, PC.
- Varie: comprendono spese per cura personale, paghetta,sport, intrattenimento, viaggi, regali.

La differenza di costi tra le aree geografiche
Anche il luogo dove nasce e cresce un figlio, ha un ruolo importantissimo per stabilire i costi mantenimento ed accrescimento. Andiamo a vedere nel grafico qui sotto, come cambia il costo della vita tra nord, centro e sud.

I costi non considerati
Lo studio intrapreso dalla Federconsumatori, non intraprende le spese pubbliche che governo centrale e locale sostengono per la crescita di un figlio e che in Italia arrivano al’1,5% del PIL, valore ben al di sotto della media UE.
Inoltre nei vari schemi, non sono inculse nemmeno i costi per la cura dei figli (ca. 100 ore/mese), sostenuti principalmente dalla madre in termini di fatica gratuita o di rinuncia ad un guadagno economico, costi che tuttavia è difficile stimare in meno di 6‐700 euro/mese ( meno di 8 euro/ora !).
I costi negli altri paesi sviluppati e le città migliori per crescere un bimbo
Il confronto tra paesi diversi presenta sempre un notevole margine di incertezza e quello dei costi per mantenere e crescere un figlio fino a 18 anni non fa certo eccezione. Tuttavia la forte omogeneità delle dinamiche socioeconomiche nei paesi occidentali rende plausibile un confronto che è in parte corretto dalla cd. Parità di Potere di Acquisto.
Andiamo adesso a vedere quali sono le migliori città per crescere un bambino, prendendo in considerazione vari indicatori sociali come: stabilità politica,legalità,sviluppo economico,libertà personale,servizi sanitari,scuole,attività culturali, disponibilità di beni di consumo, di abitazioni ed ambiente naturale:
In conclusione possiamo dire che:
- In media i costi diretti di mantenimento e crescita di un figlio fino a 18 anni comportano tra il 25% e il 35% di spese in più rispetto ad una coppia senza figli e di pari reddito. Se a questi costi si sommano anche quelli indiretti ne consegue che per le famiglie gli attuali oneri economici si possono definire quantomeno scoraggianti la natalità.
- Dare una stanza al proprio figlio/i resta tutt’ora la spesa di maggiore entità per una famiglia e , come incidenza percentuale sul totale delle spese, negli ultimi anni è in continua crescita.
- Come in crescita, seppur più contenuta, sono le spese per trasporti & comunicazioni mentre in calo percentuale sono quelle per alimentazione, mentre restano più o meno costanti quelle per abbigliamento.
- Se restano basse in Italia le spese per la salute da 0 a 18, crescono invece con velocità da 2 a 4 volte quella dell’inflazione, le spese per cura ed educazione dei figli. ( in Italia come in tutti i paesi sviluppati). Una situazione che se dovesse perdurare nel tempo accrescerebbe il rischio di far perdere alla scuola pubblica la sua funzione di emancipazione sociale per i ceti più poveri.
L.P.
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