Alzheimer, un nuovo farmaco fa crescere le speranze dei pazienti

Alzheimer, un nuovo farmaco sperimentale negli Usa fa tornare la speranza ai malati e alle loro famiglie. Il declino può rallentare.

Alzheimer, un nuovo farmaco in arrivo dagli Stati Uniti riaccende le speranze dei pazienti ma anche delle loro famiglie. L’annuncio è stato dato ufficialmente dalla Biogen, azienda del setore farmaceutico che sta lavorando sull’Aducanumab. Si tratta di un farmaco sperimentale che agisce con un anticorpo specifico caèace di contrastare la proteina tossica ‘beta-amiloide’. In pratica quella che secondo le ricerche mediche è considerata la principale causa nella demenza senile.

Il primo passo è quello di chiedere alla FDA, cioé l’organo cheregola la ricerca e la produzione di farmaci, l’autorizzazione a proseguire nella sperimentazione. Fino a qualche settimana fa sembraca che la sperimentazione dovesse interrompersi a causa dei modesti risultati prodotti, non all’altezza delle attese.

Ora però gli esperti di Biogen hanno effettuato nuove analisi e hanno fatto cambiare idea all’azienda. In particolare hanno capito che con un dosaggio maggiore l’anticorpo effettivamente funziona. E così rallenta la progressione del declino mentale che è tipico dell’Alzheimer. Presto quindi l’azienda presenterà alla FDA i documenti per chiedere l’autorizzazione all’uso del farmaco, anche se saranno necessari dai 18 ai 24 mesi. E se dovesse funzionare, a quel punto arriverebbero anche le richieste per l’Europa.

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Alzheimer, un nuovo farmaco fa crescere le speranze dei pazienti (Getty Images)

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Alzheimer, l’annuncio in arrivo dagli Usa riaccende la speranza

La decisione di Biogen che ha scelto di puntare ancora sulla ricerca specifica per questo farmaco è nelle parole di Michel Vounatsos, il loro amministratore delegato: “Siamo fiduciosi nella prospettiva di offrire ai pazienti la prima terapia che riduce il declino clinico dell’Alzheimer”, ha detto alla stampa.

Ma cosa ne pendsano gli esperti in Italia? Michele Vendruscolo (dipartimento di chimica dell’Università di Cambridge) intervistat dall’Ansa è fiducioso. Spiega che questo può essere realmente il primo farmaco specifico per l’Alzheimer: “Questa dimostrazione aprirà la strada per lo sviluppo di altri composti ancora più potenti per l’Alzheimer”. Ma la sua efficacia potrebbe essere decisiva anche nei confronti di altre altre malattie neurodegenerative, come la Sla e il Parkinson.