Parla il padre di Luca Sacchi. Ai microfoni de La Stampa, l’uomo racconta la tragedia vissuta e racconta chi era suo figlio.
Luca Sacchi, parla il papà. Intervenuto ai microfoni de La Stampa, l’uomo ha commentato la tragedia vissuta: “Luca non era il tipo che cercava guai – puntualizza il padre -, ma non sopportava le ingiustizie. Voleva difendere la sua ragazza quando ha visto che quei balordi che l’hanno rapinata le hanno fatto male”.

Luca Sacchi, parla il padre
La speranza è l’ultima a morire, ma purtroppo… “Ho creduto fino all’ultimo che ce la facesse. Ha il cuore forte di un giovane atleta, mi avevano detto i medici, ma mi avevano spiegato che la sua vita era appesa a un filo. Io però mi ero illuso, speravo che ce la facesse“. Poi la disperazione: “Me l’hanno ammazzato. Ma perché gli hanno sparato? Ladri, farabutti, delinquenti. Me l’hanno ammazzato, me l’hanno ucciso sotto gli occhi della sua fidanzata. Stavano insieme da quasi cinque anni, lui e Anastasia erano molto uniti“.
“Ha reagito probabilmente perché aveva visto che le avevano fatto male”, spiega Alfonso Sacchi. E ribadisce la purezza del figlio: “Non sopportava le ingiustizie. Era un pezzo di pane, buono e generoso. Era molto forte, perché era un personal trainer ed era molto allenato, oltre che dalla palestra anche dalle arti marziali”. Una cosa è certa: “Non aveva nessun nemico e stava alla larga dai guai”.
Se non si fosse trovato fuori quel maledettissimo pub, nulla sarebbe mai successo. Ma era lì “per salutare il fratello, Federico, il mio figlio minore che ha 19 anni. Per un soffio non ha assistito anche lui all’omicidio. Dopo lo sparo è corso fuori e ha visto suo fratello in una pozza di sangue”. Fermati intanto gli assassini di Luca Sacchi. “Ma chi mi ridà indietro mio figlio?”.
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