Giorgia Meloni querela ‘La Repubblica’, l’articolo di Francesco Merlo è sessista?

Giorgia Meloni querela ‘La Repubblica’: un articolo di Francesco Merlo, pubblicato il 24 ottobre, sa di attacco personale alla leader di FdI.

Giorgia Meloni querela ‘La Repubblica’, perché un conto sono le opinioni personali e un altro le inesattezze o peggio le forzature. Tutto è nato da un articolo di Francesco Merlo, noto editortialista del quotidiano diretto da Carlo Verdelli. Una sorta di ritratto della leader di Fratelli d’Italia che non ne usciva benissimo.

Merlo l’ha definita ‘Reginetta di Coattonia‘ ricordando le sue origini alla Garbatella, quartiere popolare e popoloso di Roma. E ha raccontato che la Meloni cerca di fare presa, pure con un certo successo, sulle vecchie periferie della Capitale ormai trascurate dalla politica. Ma in realtà va anche oltre, tracciandone un profilo umano pesante.

Il giornalista ricorda i trascorsi della Meloni: è stata abbandonata dal padre, fuggito con l’amante, quando aveva 12 anni. E due anni fa, quando è morto, lei non si è nemmeno presentata al funerale. Lei che è diplomata, sì, con sessanta sessantesimi ma all’alberghiero. Lei che è stata cresciuta dalla madre, capace di inventarsi qualsiasi lavoro, anche la correttrice di bozze e la scrittrice di romanzi rosa. Ma Merlo ricorda che, oltre ad essere mamma della piccola Ginevra, Giorgia ha anche un compagno con l’idiosincrasia per il matrimonio. Lui è Andrea Giambruno, autore Mediaset, che vota Pd.

Giorgia Meloni querela 'La Repubblica'
Giorgia Meloni querela ‘La Repubblica’: il botta e risposta con il quotidiano (Getty Images)

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Giorgia Meloni, la replica punto per punto all’articolo de ‘La Repubblica’

Il punto più pesante nell’articolo di Merlo, secondo Giorgia Meloni, è quando le attribuisce frasi mai in realtà dette. Lo ha fatto presnete direttamemnte lei con una lettera al quotidiano, che l’ha sintetizzata (il testo integrale è qui).

“Gentile direttore,
ho letto con grande stupore il fiume rancoroso di insulti, volgarità e falsità che Francesco Merlo mi ha rivolto nel lunghissimo articolo pubblicato da La Repubblica il 24 ottobre. Mi limito a riportare solo le falsità più grossolane.
1. Merlo mi attribuisce questo virgolettato: «Spariamo sulle navi». Mai detto. Io voglio sequestrare e affondare le navi (vuote) che violano la legge italiana sull’immigrazione.
2. Merlo dice che sono andata a Torre Maura, che lì ho difeso e organizzato delle rivolte contro i rom e che avrei pronunciato queste parole: «Cacceremo i rom a uno a uno, stanandoli casa per casa, tenda per tenda». Falso. A Torre Maura non sono mai andata e non ho mai pronunciato le parole che Merlo mi attribuisce. Io voglio semplicemente che ai rom sia applicata la stessa legge di tutti gli altri cittadini.
3. Il giornalista dice, poi, che ho dichiarato guerra ai gay e che in piazza San Giovanni avrei parlato di «orchi omosessuali che rubano le identità». Falso, mai detto. Sono contraria alle adozioni gay, tutto qui.
4. Merlo mi accusa poi di aver bruciato in piazza i libri della sinistra. Falso. Ho regolarmente comprato e poi timbrato, questo sì, con “falso d’autore” quelli che definivano le Foibe «luoghi di suicidi di massa».
Mi sono chiesta del perché di questo duro attacco a me e a Fratelli d’Italia. Forse la risposta è in una celebre frase di Gandhi: «Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci». Siamo già alla terza fase.

La difesa di Francesco Merlo e l’affondo di Nicola Porro

Francesco Merlo le ha risposto subito: “Non ho da aggiungere nulla a quel che ho scritto. Chi ha letto il mio articolo sa già la verità che volentieri consegno al giudizio del tribunale. E non infierisco sulle corbellerie citazioniste – la Stasi, Gandhi, la scienza della menzogna… – perché l’estremismo di Giorgia Meloni è già caricatura. Ed è così arruffato che anche l’ironia è senza speranza”.

Dalla parte della Meloni è certamente Nicola Porro, vice direttore de ‘Il Giornale’ che ha definito disgustoso il pezzo di Merlo nel quale viene attaccata come persona e come donna. E si chiede dove sono questa volta tutti quelli che fanno crociate contro il sessismo.