Non si placano le proteste in Cile, dove in queste ore i maifestanti hanno anche aperto il fuoco contro alcuni hotel e Centri Commerciali
Sono passati oramai dieci giorni dall’inizio della protesta ma la situazione non sembra essere affatto cambiata in Cile. Infatti le strade della capitale cilena sono ancora in fiamme. Al presidente Piñera non è bastato imporre il coprifuoco per placare gli animi.
Ed intanto Santiago continua a bruciare e stavolte il primo mirino è stato un hotel internazionale, il Mercure ed un centro commericiale. Entrambi si trovavano sull’Alameda, l’arteria della città. Da qui usciva un fumo talmente denso che facevano fatica a filtrare anche i lampeggianti dei Vigili del Fuoco. Ma gli scontri non si sono limitati solamente alla città di Santiago.
Infatti anche in altre parti del paese sono successe scene analoghe. Barricate, saccheggi e scontri a viso coperto con i carabineros stanno caratterizzando le giornate cilene. Il fumo provocato dagli incendi, era solamente un messaggio dei dimostranti al presidente Piñera, intento a portare di nuovo alla normalità il paese.
Cile, il tentativo del presidente Piñera
Nei giorni precedenti, il presidente cileno aveva deciso di organizzare una marcia per la pace. La scelta del presidente ebbe grande successo, a seguito della maifestazione pacifica, c’erano ben 2 milioni di persone ed è passata alla storia come la marcia più seguita di sempre. Dopo la marcia, l’intento di Piñera era quello di riportare la tranquillità nel paese, così aveva deciso di togliere il coprifuoco e di dichiarare cessato lo stato di emergenza.
La mossa del presidente però non ha dato il risultato sperato, con i manifestanti che l’hanno ritenuta insufficente sia dai manifestanti pacifici, sia da quelli violenti, così i manifestanti hanno nuovamente devastato la città, nel tentativo di raggiungere il palazzo del Governo.
Uno studente universitario di nome Emilio, ai microfoni ha dichiarato: “Piñera deve andare via. a via lui, poi cominciamo a ragionare di politica. Deve avere rispetto del popolo: prima ha represso la piazza con il coprifuoco e i carabineros, poi l’ha criminalizzata dicendo di essere in guerra contro un nemico pronto a tutto, e adesso ci vuole strumentalizzare per cacciare quattro pupazzi e cambiarli con altri quattro pupazzi. Cambiare tutto per non cambiare niente si dice, no? La verità è che Piñera ha una precisa responsabilità politica per tutto questo: se la deve assumere“.
Insomma il Cile non riesce a trovare pace, con il presidente Piñera che appare sempre più sul lastrico e meno credibile, mentre le città cilene sono continuamente a ferro e fuoco e bruciano da ormai dieci giorni.
L.P.
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