Manuel Bortuzzo spera, con il tempo lo sfortunato nuotatore che è stato nel giro azzurro potrebbe tornare a camminare.
Manuel Bortuzzo spera, dopo l’angoscia degli ultimi mesi ora è arroivata una notizia che riaccende la fiammella. Il ventenne nuotatore ferito gravemente nove mesi fa a Roma potrebbe tornare a camminare. I tempi saranno certamente lunghi, ma adesso ha un motivo in più per tenere duro.
A confermarlo è stato lui stesso, ospite da Fabio Fazio: “La lesione midollare non è completa. Una notizia pazzesca, ho sempre voluto tenerlo per me perché quando si parla di cose di cui non si è sicuri. Quando c’è di mezzo la medicina, è sempre meglio andarci con calma”. I meidici non si sbilanciano, ma gli hanno confermato che qualche filamento del midollo è rimasto intatto. E con questo cresce la speranza.
Maniel ha raccontato tutto in un libro, ‘Rinascere’, che è una sorta di diario con tutto quello che è capittao in questo 2019. La pagina più buia è la sparatoria all’esterno di un pub romano. Scambiato per un altro, i colpi e improvvisamente lui che sognava di andare alle Olimpiadi di Tokyo si è ritrovato su una sedia a rotelle.

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Manuel Bortuzzo e la lunga lotta per rimettersi in verticale
Nel libro, Manuel Bortuzzo è stato onestissimo raccontando tutto. Se il colpo fosse finoito 12 millimetri più in basso, a quest’ora lui non ci sarebbe più. Invece è andata così, adesso la sua situazione è quella di un atleta paraplegico: “Non posso passare tutto il resto della mia vita in queste condizioni. Non ho nemmeno vent’anni, cazzo”, dice nel libro ripensando a quello che è stato.
Per quasi tre mesi è rimasto ricoverato a Roma, alla Fondazione Santa Lucia. Lì ha imparato a muoversi sulla carrozzina. come fosse stato di nuovo neonato: “Non ero nemmeno in grado di girarmi su un letto matrimoniale. La prima volta che mi hanno chiesto di fare questo esercizio e mi sono ritrovato lì disteso e immobile, con la fisioterapista che mi spronava mi sono sentito un uomo a metà. Mi veniva da piangere. Non era solo sconforto, c’era anche tanta rabbia”.
Ma non si è mai abbattuto, ha concentrato tutte le sue forze sulla riabilitazione, sul piacere di rimettersi seduto. Quando l’ha fatto per la prima volta è stato come rinascere. Anche perché quel giorno passavamno i suoi genitori, la sua fidanzata, doveva far vedere che combatteva. Adesso c’è una carrozzina nuova che pesa solo otto chili “in confronto è una Ferrari”. E c’è la voglia di ricominciare, con una speranza nuova.