Giallo di Zandobbio, Bruna Calegari morta per una tragica fatalità

Giallo di Zandobbio, Bruna Calegari non è stata uccisa. L’impiegata comunale trovata morta giovedì con alcune ferite vittima di un incidente.

Giallo di Zandobbio, Bruna Calegari è morta in un ufficio del Comune per la caduta o per un malore, ma non è stata assassinata. Molti dei dubbi sulla tragica fine della 60enne impiegata comunale sono stati dissipati dopo l’autopsia. Gli esami all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno escluso la presenza di altre persone.

Eppure in un primo momento quelle ferite al collo e al petto procurate da una forbice avevano destato sospetti. Quelle forbici erano state trovate accanto al corpo della donna, ma nella stanza non era entrato all’apparenza nessuno. Così la Procura si è presa il tempo necessario per gli esami autoptici in modo da chiarire ogni dubbio. La pm Letizia Ruggeri, la stessa del caso di Yara Gambirasio, aveva aperto un fascicolo per omicidio, solo per consentire di effettuare tutti i rilievi del caso.

Ora però, alla luce dell’autopsia, l’ipotesi più probabile rimane quella di un incidente. La donna sarebbe caduta da una scaletta sulla quale si trovava per prendere dei faldoni. E nel volo, forse provocato da un malore, si sarebbe ferita mortalmente con le forbici che aveva in mano. Una fatalità nella quale non ha partecipato nessun altro.

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Giallo di Zandobbio, Bruna Calegari morta per una tragica fatalità (Getty images)

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Bruna Calegari lavorarìva in un ufficio del Comune di Zandobbio, in provincia di Bergamo e suo paese natale, da una ventina di anni. Lascia il marito, quattro figli e tre nipotini piccoli. Proprio uno dei figli, Simone, dopo la tragedia aveva espresso le sue convinzioni: “Era una persona d’oro, una persona davvero altruista. Per quanto strano possa sembrare, potrebbe davvero essere stato un insolito e improbabile incidente”.

Così è stato, anche se c’erano diversi particolari da chiarire. Giovedì scorso infatti la donna era stata trovata riversa per terra. Sul corpo due ferite al collo e al petto ritenute superficiali. Ma anche una terza, sempre al petto, invece mortale. Così fin dall’inizio le ipotesi investigative erano state due. Un’aggressione che poi aveva preso una piega ancora più violenta sfociando in un omicidio. Oppure la caduta causata da un malore o da una distrazione.

I colleghi della donna poco prima che fosse rinvenuto il corpo avevano sentito un tonfo dall’ufficio di Bruna. Ma gli occhiali della donne sono stati ritrovati intatti addosso a lei e quindi l’ipotesi dell’aggressione pareva poco probabile fin dall’inizio. Anche perché il resto dell’ufficio era in ordine. E poi non c’era un movente, qualcuno che potesse avercela con lei. Ecco perché ora la Procura chiuderà il fascicolo.