Strage di Quargnento, vendetta o attentato? La Procura sta indagando a 360°, esclusa la matrice terroristica o malavitosa.
Strage di Quargnento, vendetta o attentato? Sono queste le ipotesi sulle quali sta lavorando la Procura di Alessandria. Al momento l’unica certezza è rappresentata dalla tragica morte dei tre pompieri, Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonio Candido. Ma il ritrovamento di un timer e di una bombola di gas inesplosa apre scenari inquitanti.
L’ipotesi dalla quale partono le indagini è legata all’obiettivo. La Procura ha escluso subito una matrice terroristica o legata alla criminalità organizzata. Ma soprattutto pare che l’obiettovo fosse la distruzione della cascina e che l’esplosione non dovesse coinvolgere persone. Come ha spiegato il procuratore capo di Alessandria, Enrico Cieri, “timer e bombola ci fanno pensare che l’esplosione sia stata e voluta e determinata”.
I reati ipotizzati al momento sono quelli di crollo doloso di edificio e omicidio plurimo, con un fascicolo aperto contro ignoti. L’attenzione però fin dai primi momenti, dopo lo sgomento, si è concentrata sulla sfera familiare dei proprietari. In particolare è emerso che fra il proprietario della casina e il figlio ci fossero liti in corso.

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Strage di Quargnento, la Procura sta indagando in diverse direzioni
La Procura di Alessandria sta indagando a 360° valutando tutti gli elementi a disposizione per chiarire il possibile movente della strage di Quargnento. La dinamica della doppia esplosione, con la prima che ha richiamato i pompieri e la seconda che li ha fati saltare in aria, poteva sembrare di matrice terroristica. Ma quello non è un obiettivo sensibile e soprattutto fin dall’inizio è parso che timer e innesco fossero molto rudimentali.
Toccherà agli esperti dei Ris e degli artificieri cominciare a fornire delle risposte dopo i rilievi del caso. Intanto però i carabinieri si stanno già muovendo con le indagini. Hanno ascoltato il proprietario, come persona informata dei fatti, e i suoi familiari. Al momento non è emerso nulla di significativo, almeno a detta della Procura. Ma secondo indiscrezioni tra il padre, che aveva ereditato la cascina, e il figlio c’erano rapporti tesi.
E allora entra in camnpo la seconda ipotesi, quella di un crollo voluto, magari pewr incassare il premio dell’assicurazione. In paese qualcuno descrive la famiglia come in difficoltà dal punto di vista economico. Ma può bastare questo a giustificare un attentato? Lo chiariranno meglio gli accertamenti dei prossimi giorni.