Vauro Senesi e il fascista ‘Brasile’, altissima tensione ieri a ‘Dritto e Rovescio’: rissa sfiorata dopo una parola non gradita nei confronti di Francesca Fagnani.
Dritto e rovescio, rissa sfiorata al noto programma Mediaset. Protagonisti Vauro Senesi e un fascista dichiarato, in una serata incentrata sul razzismo e discriminazione che ha preso subito una brutta piega.
Rissa sfiorata tra Vauro e il fascista ‘Brasile’
L’uomo, in effetti, parte subito con una posizione particolarmente aggressiva: “Partiamo dal presupposto che Roma non è fascista. Lei ride, ma c’è poco da ridere. Roma è casa mia e nella borgata mia vige ordine e disciplina. Devi fare quello che ti dico io”. Immediata la replica di Francesca Fagnani: “Ma in che film?”. “Ti faccio vedere io i film. Se viene nella mia borgata, le faccio vedere io i film”.
Da lì la reazione furiosa di Vauro Senesi. Il 64enne, per nulla intimorito, scatta in piedi e affronta Massimiliano Minnocci (questo il suo vero nome) faccia a faccia: “Queste sono minacce! Falle vedere a me, fascio di merda! Fascio di merda! Vergognati! Ha minacciato una donna, ma siamo pazzi?”. L’intervento, del tutto discutibile, del presentatore è il seguente: “O vi riprendete o caccio tutti e due. Non ha minacciato nessuno”.
Vauro, nella giornata odierna, via Facebook, ha poi postato il seguente invito: “Non ti chiamo Brasile ma Massimiliano che è il tuo nome. Ti scrivo perché ci siamo trovati muso a muso con rabbia e con furore. Svastiche, effigi di Mussolini… tutto quello che ti sei tatuato sul corpo rappresenta per me (e non solo per me) orrore, schifo, disprezzo. Con tanta rabbia, certo, ma ti ho guardato negli occhi e oltre l’odio ho visto solitudine, rancore, disperazione e fragilità, sì proprio fragilità. Ho pensato a chi non sfoggia orridi tatuaggi ma si presenta in giacca e cravatta. Ho pensato a quanto sia comodo per loro che ci siano persone come te, per nasconderci dietro il loro cinismo, per scaricarle quando è opportuno e gridare al “pazzo fanatico” e coprire così le loro responsabilità”.
E ancora: “Sei un “nemico” ma un nemico facile “grosso, brutto e cattivo”. Sei lo spauracchio dei mostri veri, quelli che ti usano. Allora ti dico vediamoci. Potrai spaccarmi la faccia, la tua stazza te lo permette. O potremo parlare cenando assieme, così poi puzzeremo di vino tutti e due. Questa lettera è pubblica come lo è stato il nostro scontro. Ma il nostro incontro, se vorrai, sarà privato, senza telecamere né conduttori, io e te. Non è una sfida, è un invito.
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