Accadde oggi l’attentato nella città iraqena di Nassiriya. Morirono 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito, un cooperatore internazionale e un regista
Oggi è un giorno particolare, visto che ricade l’attentato di Nassiriya, da tutti ricordati come la Ground Zero Italiana. Un giorno che sconvolse un paese intero.
Correva l’anno 2003, le lancette dell’orologio segnavano le 10:40 nella città irachena, mentre da noi erano le 8:40. Improvvisamente torna l’incubo della guerra nelle case italiane, dopo un attentato che portò alla morte di 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito, un cooperatore internazionale e un regista.
Ma l’attentato fu tragico non solo per noi italiani. Infatti persero la vita anche 9 iracheni, mentre il numero dei feriti fu 58.
Eppure il conflitto in Iraq era concluso da sei mesi, ma l’Onu invitò tutte le nazioni in una missione di peacekeeping, per contribuire alla rinascita del paese. Gli obiettivi erano diversi: il mantenimento dell’ordine pubblico, l’addestramento delle forze di polizia del posto, la gestione dell’aeroporto e gli aiuti da portare alla popolazione.
Il commando italiano così si stabilisce nella base “White Horse”, a 7 chilometri dalla città irachena, poco distante dalla base americana di di Tallil. E quel 12 novembre sembrava una giornata come le altre, fino a quando sul compound piomba a tutta velocità un camion cisterna blu carico di esplosivo: dai 150 ai 300 chili di tritolo mescolati a liquido infiammabile.
Ad evitare la tragedia ci pensa Andrea Filippa, carabiniere di servizio all’ingresso, che spara i due kamikaze, impedendo che il camion esploda all’interno. Eh si perchè il disastro poteva portare a ben più vittime di quelle provocate.
Nassiriya, la scena dopo l’esplosione
La deflagrazione provoca però un terribile effetto domino, che porta all’esplosione di un deposito di munizioni.
Davanti agli occhi dei primi soccorritori, si presenta una scena tragica, da film dell’orrore. Ma quella era realtà. Una distesa di polvere e sangue, i corpi delle vittime.
Insieme ad Andrea Filippa, perderanno la vita anche i colleghi Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi e Alfonso Trincone.
Morirono anche alcuni militari dell’Esercito: Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferrero e Pietro Petrucci, gli uomini che scortavano la troupe di Stefano Rolla e il cooperatore Marco Beci. Anche questi due persero la vita in seguito all’attentato.
Lo choc che crea Nassiriya è enorme. A Piazza Venezia, una enorme folla decide di omaggiare i deceduti, nella camera ardente nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano. Sei giorni più tardi furono celebrati i funerali di stato.
Ma dell’attentato se ne parla fino ad oggi, anche perchè solamente lo scorso 10 settembre, l’ex generale Bruno Stano è stato condannato dalla Cassazione, per aver sottovalutato il pericolo di Nassiriya.
L.P.
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