Carolina Picchio morì suicida nel 2013, il suo è il primo caso di cyberbullismo
Suo padre non ha mai voluto vedere quel video. Non ha mai avuto il coraggio di assistere a quelle immagini che provocarono la morte della figlia. Quel maledetto 5 gennaio 2013 Carolina Picchio decise di togliersi la vita a soli 14 anni. Troppa la vergogna e il senso di colpa per quel video che qualcuno aveva postato su Facebook. In quelle scene Carolina si trovava ad una festa, ubriaca a semi-incosciente, mentre alcuni suoi compagni mimavano degli atti sessuali volgari ed espliciti. Lei, inerme, non se ne era neanche accorta di quel che stava accadendo né tanto meno del fatto che qualcuno stesse riprendendo la scena col telefonino.
La vergogna e la paura del giudizio degli altri e dei suoi genitori è stata troppa, così Carolina è diventata suo malgrado l’emblema della lotta al cyberbullismo. Il suo fu infatti il primo caso in Italia di un adolescente suicida per questi motivi. E da allora suo padre non ha passato un giorno senza che la sua vita fosse dedicata alla memoria della figlia e alla lotta contro questa forma di violenza che purtroppo dal 2013 è aumentata a dismisura. Il papà Paolo la vuole ricordare gioiosa come appare nelle foto che custodisce nella sua casa di Novara, ma la sua mente non può non tornare a quella drammatica notte nella quale la giovane venne trovata priva di vita dopo un salto dal terzo piano.
Le parole del padre di Carolina Picchio
“Non ricordava nulla di quella sera. Ha scoperto cos’era successo solo quando ha visto il video in rete”, ha spiegato ancora una volta il padre di Carolina Picchio, aggiungendo: “Quello che è successo a Carolina non deve accadere a nessun altro. Mai più”. Questo l’obiettivo per il quale l’uomo ha intrapreso questa battaglia e che ha ribadito intervenendo al convegno “Felici di navigare”, organizzato dalla Casa pediatrica Fatebenefratelli Sacco al Tribunale di Milano, in occasione del Safer Internet Day, la giornata mondiale dedicata alla lotta al cyberbullismo.
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