Montolivo si ritira: “Mi hanno costretto, la fascia a Bonucci…”

Montolivo si ritira. Il centrocampista centrale italiano ha ormai ufficialmente detto addio al calcio giocato. La sua lunga carriera, fatta di alti e bassi, termina oggi. Con tante emozioni contrastanti. 

Montolivo si ritira
Montolivo si ritira (via Getty)

Montolivo si ritira. Il centrocampista centrale del Milan ha ormai deciso ufficialmente di appendere gli scarponi al chiodo. Il regista nato a Milano il 18 gennaio 1985 è ormai completamente fuori dal circuito del calcio professionistico. Per lui un passato glorioso all’Atalanta, con cui si fa le ossa e fa tutta la trafila dalle serie inferiori. E’ proprio con la maglia della squadra bergamasca che esordisce in Serie A. Per lui poi davvero tantissimi anno alla Fiorentina, della quale è stato anche capitano. Dal 2012 il passaggio al Milan che si dimostra per lui parecchio nefasto. Purtroppo, infatti, anche a causa di qualche infortunio, il calciatore non giocherà quasi mai e sarà continuamente bersagliato dai tifosi. Il giocatore oggi ha parlato ai microfoni de Il Corriere dello Sport. Ecco le sue parole.

Montolivo si ritira: “Mi hanno costretto, la fascia a Bonucci…”

“Io mi fermo qui. Resto a vivere a Milano, con la mia famiglia, cosa farò adesso non lo so, devo pensarci. Però mi hanno condannato a smettere. 33, perché ho giocato l’ultima volta a maggio 2018. Due stagioni nell’Atalanta, sette nella Fiorentina e sette nel Milan, anche se l’ultimo anno e mezzo è stato un calvario: messo ai margini, risposte mai date, strane dimenticanze. Ma non provo rancore. Chi ha sbagliato nei miei confronti, chi mi ha mancato ripetutamente di rispetto, farà forse i conti con la propria coscienza. 

Non ho mai fatto casino, perché l’educazione e il rispetto sono i valori con i quali sono cresciuto. Se avessi fatto la guerra avrei probabilmente ottenuto qualcosa, ma non mi sarei potuto più guardare allo specchio… Ho vissuto un’esperienza surreale. 

Prima della partenza per la tournée negli Stati Uniti mi arriva un sms dal team manager: ‘Tu non vieni’. Motivazioni e spiegazioni, zero. Elliott subentra al cinese, Leonardo e Maldini prendono il posto di Mirabelli. Mi fanno allenare da solo o con Halilovic. Partecipo solo al torello. Nelle partitelle giocavo solo con le riserve e mai nel mio ruolo. Eppure i test di Milan Lab avevano confermato che stavo benissimo. Cosa è successo con Gattuso? Per me nulla, ma non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte”. 

Su Bonucci al Milan e la cessione a gennaio

“Fascia a Bonucci quando eri al Milan? Non fui io a consegnargliela. Mi dissero che Yonghong Li aveva deciso che la fascia sarebbe passata a uno dei nuovi. Ho spiegato che lo trovavo ingiusto, che stavano commettendo un grosso errore poiché nello spogliatoio ci sono delle gerarchie che dovrebbero essere sempre rispettate. Feci i nomi di Bonaventura e Romagnoli. Niente, Bonucci.

Momento più difficile? Contro la Fiorentina: fuori Biglia e io in panchina, José Mauri fece il centrale e Calabria, un terzino, partì mezzala. A un certo punto José Mauri chiese il cambio e l’allenatore spostò Calabria centrale e Calhanoglu fece la mezzala. Dopo quell’episodio provai a chiedere spiegazioni a Leonardo, la sua risposta fu questa: ‘È stata una decisione dell’allenatore’. Il quale aveva detto che non avevo minutaggio. Ma come avrei potuto avere minutaggio se non mi metteva mai dentro? Non avrei mai immaginato di poter vivere un’esperienza del genere.

Andare via a gennaio? Alcune squadre si fecero vive, anche dall’estero, non appena venivano informate del fatto che non giocavo da oltre un anno sparivano. Sia chiaro che io non ho mai rifiutato alcuna proposta. Ero pronto ad andarmene, sospetto però che qualcuno temesse che fossi rotto perché non ci potevano essere altre spiegazioni plausibili. E invece stavo bene. Mi hanno condannato a smettere. E non ho nemmeno avuto la possibilità di salutare i tifosi”.

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