Multe e tasse non pagate, un emendamento alla legge di Bilancio sembra prevedere che i conti dei contribuenti possano essere pignorati. Ma non è proprio così.
Multe e tasse non pagate, gli enti riscossori potranno bloccare i conti di chi non è in regola? Lo farebbe supporre un emendamento alla nuova legge di Bilancio. E un articolo pubblicato alcuni quotidiani rilancia l’argomento. Proprio per questo a stretti giro è arrivata anche la reazione sdegnata di Matteo Salvini che l’ha parlato di “stato di polizia fiscale”, come ai tempi della vecchia Unione Sovietica.
In realtà pare che l’emendamento, almeno in quei termini, non risulti da nessuna parte. E conferme in questo senso sono arrivate negli ultimi minuti anche dal Premier, Giuseppe Conte. In realtà è in vista una riforma delle modalità di riscossione da parte degli enti locali. L’effetto più concreto sarà, a partire dal 2020, la possibilità di inviare al contribuente moroso degli atti di accertamento. Se il diretto interessato non salda il debito oppure non fa ricorso entro i termini stabiliti, allora quegli arri diventeranno immediatamente esecutivi.

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Pignoramenti da parte dei Comuni, come funzionerà la legge dal 2020?
Una volta la più temuta dai contribuenti era Equitalia, che adesso non esiste più. Ma in ogni caso i Comuni hanno necessità e diritto di vedere saldati i debiti dei loro contribuenti. Quindi come agire? Una volta che saranno scaduti i termini, gli Enti interessati potranno attivare tutte le procedure esecutive, anche il pignoramento e l’esproprio. Oppure adottare misure cautelari, compreso il fermo amministrativo e l’ipoteca come oggi fa già lo Stato.
Non sarà però possibile ad esempio, adottare queste misure sulle multe stradali. Questi atti di accertamento infatti sono possibili solo per i tributi e le entrate patrimoniali, come ad esempio i canoni di affitto di immobili o spazi pubblici. E comunque il contribuente non in regola potrà chiedere la rateizzazione, sempre che dimostri di trovarsi in “temporanea e obiettiva difficoltà“. Solo in quel caso sarà possibile dilazionare. Si va da un minimo di quattro rate per pagamenti fino a 500 euro ad un massimo di 72 rati per cifre superiori ai 20mila euro.
Quindi dal 1° gennaio 2020, l’avviso di accertamento inviato dal Comune al contribuente può contenere l’intimazione a mettersi in regola. Passato il termine di 60 giorni per la presentazione del ricorso, l’atto diventerà immediatamente esecutivo. Così il Comune potrà disporre il pignoramento del conto corrente di chi non ha effettuato il pagamento. Tutto questo senza l’obbligo di dover inviare la cartella esattoriale
Lo scopo della norma è quello di accelerare i tempi di riscossione trasformando l’atto in esecutivo senza attendere la cartella di pagamento. Trascorsi 30 giorni dal termine ultimo per il pagamento, scatterà la riscossione forzata.