Cresce la rabbia per la tragedia di Barcellona nella fabbrica di fuochi d’artificio esplosa. Il cognato di Mohamed grida: “Chiediamo giustizia”
Dopo la tragedia nella fabbrica di fuochi d’artificio a Barcellona Pozzo di Grotto, in Sicilia, chiedono giustizia tutti i parenti delle vittime. Il primo a parlare ai microfoni è stato Maher Mouniz, il cognato di Mohamed Taeher Mannai, una delle vittime. Mouniz ai microfoni ha dichiarato: “Per i lavori difficili chiamavano sempre lui. E non si tirava mai indietro”.
Aveva 39 anni Mohamed al momento dell’esplosione, ed ha lasciato un vuoto immenso nei cuori della famiglia, che ancora rimangono sotto shock, dalla poca chiarezza sulla dinamica dell’incidente. Infatti sempre il cognato di Mohamed, ha affermato: “Cos’è successo per davvero? Devono dirci cos’è successo. Mohamed e i suoi compagni non meritavano di fare quella fine. Lui era in Italia da dieci anni, era arrivato dalla Tunisia con tante speranze, pochi mesi fa si era sposato, voleva costruire una famiglia e adesso tutto è finito. Devono dirci perché“.
Mohamed ed i suoi tre compagni, stavano lavorando per una ditta di montaggio porte, proprio all’esterno della fabbrica. A scatenare la tragedia, molto probabilmente è stata una semplice scintilla. Il corpo del tunisino è stato uno dei primi corpi ritrovati dai Vigili del Fuoco.
Barcellona Pozzo di Grotto, i resti delle altre vittime
Solamente verso tarda sera, sono stati ritrovati i resti dell’ultima vittima. Il suo nome era Giovanni Testaverde, che ha perso la vita a solamente 34 anni. Al Pronto Soccorso di Milazzo, i parenti continuavano a sperare in un miracolo.
A parlare dopo l’incidente , ci ha pensato la suocera della vittima, che ha affermato: “Glielo dicevo di non andare a fare quel lavoro così rischioso, lui che ha due bambini”. Poco dopo le parole della signora è arrivata la tragica notizia.
Pochi metri più avanti, nel corridoio dello stesso ospedale, anche i parenti di Fortunato Porcino, 36 anni, piangevano la scomparsa del proprio caro. Nella tragedia di ieri, hanno perso la vita anche Vito Mazzeo, che aveva 23 anni, e Venera Mazzeo, 71 anni, la moglie del titolare della fabbrica di fuochi d’artificio.
Dopo l’incidente, i partenti continuano a chiedere giustizia. Il cognato di Mohamed ha concluso il suo sfogo affermando: “Aveva fatto richiesta per il permesso di soggiorno, che non era ancora arrivato. Mohamed si sentiva italiano, ha dato tanto a questa terra, in provincia di Messina in tanti lo conoscevano e lo stimavano per i suoi lavori, era un saldatore esperto e non riesco proprio a capire cosa sia accaduto“.
L.P.
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