Manovra, ‘plastic tax’ e auto aziendali: il governo rivede tutti i piani

Manovra, ‘plastic tax’ e auto aziendali: rispetto alla prima versione dei provvedimenti previsti dal governo, c’è un deciso cambio di marcia.

Manovra, ‘plastic tax’ e auto aziendali: dopo le forti proteste delle scorse settimane, non solo da parte degli operatori nel settore, il governo cambia. Nulla di ufficiale, almeno fino a quando non sarà messo nero su bianco. Ma in giornata sono circolate voci da fonti vicine all’esecutivo che parlano di un deciso ridimensionamento.

In particolare la cosiddetta ‘plastic tax’ dovrebbe essere dimezzata, con allargamento dei prodotti esentati dal nuovo prelievo. Ad essere esclusi dovrebbero essere sia i prodotti compostabili ma anche quelli con una parte riciclata. Una misura prevista nella legge di bilancio che verrà rimodulata durante l’esame parlamentare, con il governo he ha più volte promesso di essere disponibile a modifiche.

Lo ha confermato ancora oggi Stefano Patuanelli,  ministro per lo Sviluppo Economico, durante la sua audizione al Senato. Ha spiegato che la plastic tax sarebbe dovuta entrare in vigore il 1° gennaio 2020. Ma lui ha chiesto uno slittamento di almeno sei mesi anche perché andrà ad incidere su tutto il sistema produttivo italiano. “Quindi la rimoduliamo per allungarla nel tempo e limitarne l’introduzione nel primo periodo ad alcuni specifici prodotti. In particolare quelli che sono fortemente impattanti sull’ambiente e che riguardano per esempio le plastiche non riciclabili”.

Manovra 'plastic tax' auto aziendali
Manovra, ‘plastic tax’ e auto aziendali: come cambia la legge

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Manovra, cosa cambia per la tassa sulla plastica e per le auto aziendali

Manovra, cambierà la ‘plastic tax’ ma anche la nuova norma sulle auto aziendali. Ad anticiparlo è stato direttamente il premier, Giuseppe Conte: “Su questo argomento dobbiamo fare ammenda. Con umiltà ci siamo messi al lavoro per rimodulare la misura fino a svuotarne l’effetto negativo che potrebbe avere sul sistema produttivo”.

In tutto al momento ci sono ancora circa 500 emendamenti che sono stati segnalati come prioritari dai gruppi parlamentari. Altri 184 invece sono stati giudicati inammissibili in Commissione Bilancio al Senato. Numeri certamente più modesti rispetto alle oltre 4500 proposte di modifica alla legge di bilancio, quelli che i partiti avevano annunciato in un primo momento.

Non è passata invece la proposta del Movimento 5 Stelle, che proponeva una modifica radicale degli studi dentistici con titolari non medic. Chiedeva invece che queste società debbano essere costituite solo da professionisti iscritti all’Albo. Invece la commissione Bilancio del Senato l’ha ha giudicata inammissibile. Ha salvato invece il bonus per le cure dentali per le fasce più deboli. Tutti gli emendamenti alla legge di bilancio saranno messi in votazione già nei prossimi giorni.