Roma, operazione ‘Grande Raccordo Criminale’: scattano 51 arresti

A Roma scatta l’operazione Grande Raccordo Criminale che vede l’arresto di 51 narcotrafficanti.

All’alba di stamane la Guardia di Finanza, con un maxi blitz, ha smantellato un’organizzazione criminale che si dedicava al narcotraffico. Sono stati arrestati 51 criminali, di cui 1 è agli arresti domiciliari. La banda del Grande Raccordo Criminale ha inquinato con lo spaccio di stupefacenti le più importanti piazze della capitale. Parliamo di Tor Bella Monaca, San Basilio, Tufello, Bufalotta, Colli Aniene, Borghesiana, il Tuscolano, la Romanina, Ostia e Primavalle sino ad arrivare a Frascati, Ardea ed Artena.

Grande Raccordo Criminale

Grande Raccordo Criminale, i dettagli dell’operazione

Ai vertici di quest’organizzazione c’era Fabrizio Piscitelli (Diabolik), ucciso il 7 agosto al Parco degli Acquedotti, ed il broker Fabrizio Fabietti. Tutti i carichi di droga sbarcanti nella capitale dovevano avere il placet dei due criminali. Se qualcuno non pagava entravano poi in azione i vari picchiatori del clan, reclutati tra pugili albanesi e ultras degli Irriducibili. Tra i nomi spiccano Ettore Abramo, detto Pluto e Aniello Marotta.

“Li massacriamo tutti” o “vabbè spariamogli, che dobbiamo fare”. Queste sono alcune delle frasi intercettate. Attraverso quest’operazione, gli inquirenti sono convinti si arriverà anche a scoprire le verità sull’omicidio di Diabolik.

L’indagine ha portato al sequestro complessivo di 250 chili di cocaina e di 4.250 kg di hashish per un valore di 120 milioni di euro.

Diversi anche gli acquirenti “all’ingrosso” della merce. Tra questi, i fratelli Nicolas ed Emiliano Pasimovich, originari del sudamerica ma residenti sul litorale pontino. Poi Adnan Ibrakovic, Stefano Piccioni, Paolo Salvemini, Stefano Coniglio, Adamo Castelli, Angelo Bartocci, Giuliano Cappoli, Abramo Di Guglielmo e Sabatino Di Guglielmo.

L’associazione poteva contare anche sul continuo afflusso di droga dai cartelli del Sud America e del Nord Africa come Dorian Petoku, Francesco Maria Curis e Alessandro Savioli. L’hashish invece arrivava dal Marocco.

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