Egitto, donna cristiana sgozzata per strada: “Sopravvissuta per miracolo”

Donna cristiana sgozzata per strada in Egitto, la mamma di famiglia racconta il suo dramma: “Sopravvissuta per miracolo”.

Donna cristiana aggredita in Egitto

Una donna cristiana in Egitto, Catherine Ramzy Mikhail, è stata aggredita per strada e le è stata tagliata la gola. L’aggressione sarebbe avvenuta vicino a casa sua perché non indossava il velo. È stata portata d’urgenza in ospedale dove ha ricevuto punti di sutura. Il fatto è denunciato dal marito della donna.

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Purtroppo, non si tratta di un caso isolato. In un recente convegno, l’associazione Aiuto alla Chiesa ha ricordato un dato impressionante: un cristiano su sette è perseguitato nei Paesi dove il Cristianesimo è appunto la religione minoritaria.

La drammatica aggressione a una donna cristiana in Egitto

I fatti risalgono al 10 gennaio di quest’anno: la donna, madre di quattro figli, era nel suo quartiere e stava per comprare da mangiare. Il tutto è accaduto intorno alle 20: “Improvvisamente, un uomo mi afferrò da dietro, mi coprì gli occhi con la mano sinistra, sollevò la testa e mi tagliò la gola da sinistra a destra”, il racconto della donna. L’uomo che l’ha aggredita avrebbe urlato: “Allah Akbar! Ti sto massacrando perché i tuoi capelli sono scoperti”.

Sebbene Catherine sentisse un forte dolore provenire dal suo collo, riuscì a sfuggire alla sua presa. Grazie alla sciarpa stretta intorno al collo, sarebbe riuscita anche a fermare l’emorragia. Racconta: “Quando ho guardato indietro, l’uomo era lì in piedi a guardarmi con uno sguardo minaccioso”. L’episodio è stato registrato da una telecamera a circuito chiuso dall’altra parte della strada. Il filmato mostra l’uomo, vestito con la galabia bianca, l’abito tradizionale spesso indossato dagli estremisti. Sta in piedi e guarda Catherine con apparentemente nessuna intenzione di scappare dalla scena del crimine, anche se le persone del vicino bar iniziano ad affollarsi attorno a Catherine.

Il racconto della donna sopravvissuta all’aggressione

La donna ha detto che, secondo il chirurgo, il taglio è andato al terzo strato del collo, tagliando i muscoli. “Il taglio si è fermato a pochi millimetri dalla mia carotide. È un miracolo che sono sopravvissuta”, la sua drammatica testimonianza. La vittima è grata per le persone del vicino caffè che l’hanno portata in ospedale e hanno consegnato l’aggressore alla polizia. Ma Catherine si preoccupa che potrebbe essere di nuovo in strada presto. E per una buona ragione: nel 2017, questo stesso uomo, un pasticciere 31enne Mamdouh A., è stato rilasciato poco dopo aver aggredito un’altra donna cristiana. La brevità della sua sentenza è dovuta al fatto che la polizia lo ha dichiarato malato di mente.

Ma Catherine non pensa che il suo stato mentale sia il problema. “Quello che mi è successo è un attacco terroristico; è un estremista che agisce in base alle sue convinzioni”, afferma. “Se esce di nuovo per strada, ripeterà il suo crimine”, dice con convinzione la donna. Quindi conclude: “Non posso dimenticare cosa mi è successo. Non mi sento più al sicuro. Mi sento così male”. Anche le figlie della donna – tre sposate e una che vive ancora con la madre – sostengono di avere paura che l’uomo possa ancora far male alla loro famiglia.