Voto alle Regionali: Emilia Romagna al centrosinistra, Movimento 5 Stelle ai minimi, in Calabria stravince il centrodestra, cosa cambia nel governo.
Non ci doveva essere partita e così è stato in Calabria, nelle elezioni regionali svoltesi ieri. Ha stravinto Jole Santelli, candidata del centrodestra unito, che ha preso il doppio dei voti dei suoi avversari. La vera sfida ieri era in Emilia-Romagna. Qui, da tempo la Lega ha messo radici e inoltre era visto come un vero e proprio test sulla tenuta del governo.
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Un test che dimostra come il Partito democratico è ancora in salute e capace di raccogliere consensi, nonostante le uscite di Renzi e Calenda, mentre si è completamente liquefatto il Movimento 5 Stelle. Sul fronte centrodestra, non solo a Salvini e alla sua candidata Lucia Borgonzoni non è riuscito lo sgambetto, ma caricare di eccessive aspettative questa campagna elettorale ha sortito l’effetto opposto.
I risultati delle Regionali in Emilia Romagna: partita a Bonaccini e Pd
A spoglio appena iniziato, Matteo Salvini aveva infatti spiegato che “c’è stata una partita” nella Regione più rossa d’Italia. Ma in realtà, il divario tra i due principali avversari, con gli altri compreso il candidato del Movimento 5 Stelle, Stefano Benini, a fare da comparsa, è stato ben più ampio di quanto dicevano i sondaggi e di quanto mostravano i primi exit poll. Il candidato del centrosinistra, Stefano Bonaccini, governatore uscente e – dicono alcuni sondaggi – tra i più amati d’Italia, ha raccolto oltre il 50% dei voti, per la precisione il 51,4%, distaccando di circa 8 punti percentuali e quasi 200mila voti Lucia Borgonzoni.
Nella sfida delle liste, inoltre, la Lega raccoglie sì il 32% dei voti, ma il Partito Democratico ne prende il 34,7% confermandosi primo partito. Un consenso per Bonaccini su cui ha pesato, anche se in minima parte, il voto disgiunto: il candidato pentastellato prende circa 20mila voti in meno rispetto al Movimento 5 Stelle, ad esempio. Ma soprattutto il voto fa gongolare Nicola Zingaretti, segretario del Pd. “Oggi Salvini ha perso le elezioni”, ha spiegato. Quindi ha aggiunto: “Voleva dare una spallata al governo che invece esce rafforzato e deve andare avanti con meno litigi e più concretezza”.
Cosa cambia nel governo dopo il voto alle Regionali
A proposito di governo, cosa cambia ora nell’esecutivo Conte che vede insieme Partito democratico e Movimento 5 Stelle? Zingaretti evidenzia che a suo avviso il governo ne uscirebbe rafforzato: “La maggioranza esce più forte, dobbiamo non essere pigri e Conte deve rilanciare l’azione in modo ancora più forte su temi concreti. Le tasse, il lavoro, la scuola, l’università, la ripresa economica. La maggioranza esce rincuorata, mi auguro con meno problemi e più concretezza”. Più cauto Vito Crimi, il reggente del Movimento 5 Stelle: “Chi dà per scontato il bipolarismo, resterà deluso”, spiega. Nessun commento diretto però sulla tenuta del governo o quasi: “Sarà fatica e sudore, ma so che siamo in grado di farlo. A una condizione: quella di restare uniti, di non lasciarsi irretire da facili sirene, di ricordare sempre quali sono gli obiettivi e le motivazioni che ci hanno portati nelle istituzioni e alla guida del Paese”.
Il leader della Lega Matteo Salvini rileva: “Chi sceglie si prende delle responsabilità, chiunque abbia scelto. Si è fatto carico di un pezzetto del futuro del Paese. Mi prendo un pezzetto di merito di aver ri-coinvolto le persone ad andare a votare”. Per Salvini, qualcosa è destinato a cambiare, quantomeno nelle gerarchie di governo: “L’Emilia-Romagna e la Calabria sono due delle Regioni dove il Movimento 5 Stelle è nato e ha preso più voti, quindi è evidente che domani qualcosa a Roma cambierà”. E in mattinata aggiunge: “Al governo ora ci sono due forze politiche di cui una in enorme difficoltà, ma non sta a me commentare”.