Coronavirus | Sindaci e governatori ‘ribelli’ | “Riapriamo e ripartiamo”

Appello di sindaci e governatori ‘ribelli’: “Riapriamo e ripartiamo, il Coronavirus non può fermarci a lungo”.

(Marco Di Lauro/Getty Images)

Sono sempre 12 le vittime del Coronavirus in Italia, mentre continuano a salire i casi di contagio, ufficialmente 474. Le ultime Regioni coinvolte in ordine di tempo sono la Puglia, le Marche e la Campania. Si tratta in tutti e tre i casi di soggetti provenienti dall’area di Codogno o a contatto con persone infette che hanno avuto molta vita sociale.

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Nel frattempo, in diverse zone del Nord Italia, ci sono diversi esponenti politici che chiedono di poter fare ripartire le città e le Regioni che amministrano. I meno ‘cauti’ sono il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il governatore del Piemonte Alberto Cirio.

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Sindaci e governatori ‘ribelli’: “Il Coronavirus non può fermarci a lungo”

In particolare il primo cittadino della metropoli meneghina ha lanciato un invito direttamente al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Mi sono messo a telefono con Roma, ho parlato con il Presidente del Consiglio, l’ho invitato a venire presto a Milano per rendersi conto di persona della nostra situazione”. Sala sottolinea che “Milano a luci spente non piace nessuno, che sia una città riaperta al più presto”. Quindi un riferimento a chi lavora: “Ci sono persone che se non lavorano non arrivano a fine mese ed è a queste che deve pensare il sindaco di una città, se la vuole solida, attiva e internazionale com’è la nostra”. Ma non è la sola voce fuori dal coro di queste ultime ore.

Il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, che oggi alle 18 incontra i presidenti delle Province, i sindaci dei capoluoghi e i prefetti, è convinto che nella sua Regione non vi sia alcuno stato emergenziale. “Ci sono finalmente le condizioni per chiedere al Governo un graduale ritorno alla normalità”, afferma. La preoccupazione riguarda soprattutto la tenuta economica di queste Regioni e su tale punto il più risoluto appare il rieletto presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Da parte sua, lo sguardo è rivolto alle imprese, ma non solo. La preoccupazione va anche verso altri settori: “Per tutti gli operatori del pubblico spettacolo, non è immaginabile che l’onere economico del provvedimento del governo ricada solo su di loro”.