Multe e controlli a raffica dopo il decreto “Resto a casa” del premier Conte: prime sanzioni per chi ignora i rischi del Coronavirus.
Lo hanno ribattezzato Decreto “Resto a casa” il DPCM Conte che stabilisce le norme comportamentali da tenere per contenere il Coronavirus nelle prossime settimane. I primi risultati di questo decreto potranno essere visibili solo a circa una settimana dall’emissione del provvedimento. Intanto, quello che si vede già sono le sanzioni che fioccano in queste ore nei confronti di chi non rispetta queste norme comportamentali. Si va dalla violazione dell’articolo 650 del codice penale, ovvero “inosservanza di un provvedimento di un’autorità”, con una pena che prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino 206 euro, fino a provvedimenti ben più gravi.
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Le sanzioni previste e le violazioni delle azioni di contenimento del Coronavirus

Chi viola la quarantena e infetta altre persone cagionandone la morte rischia ad essere di finire sotto processo per omicidio colposo. Ma anche chi ha avuto contatti con persone positive al Coronavirus e continua ad avere rapporti sociali o a lavorare senza preoccuparsi di prendere precauzioni rischia di dover fare i conti col medesimo reato. Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno, ha evidenziato lo stato emergenziale nei giorni scorsi e lanciato l’appello ai giovani: “Questa disinvoltura può causare danni ai loro amici, ai loro familiari”. A quanto pare, infatti, i più ‘menefreghisti’ sono risultati essere gli under 30, sebbene nelle immagini della “grande fuga” da Milano era ben evidente anche la presenza di persone di una certa età.
Tra gli episodi incresciosi che si sono riscontrati in questi giorni, c’è quello di due donne che fuggite dalla Lombardia hanno festeggiato l’8 marzo in Calabria, due giovani ragazze di Agrigento che via Instagram si sono anche vantate di essere scappate dal Nord Italia, riprendendosi al centro della movida e di due ragazzi emiliani che hanno atteso tutta la notte in auto fuori dall’aeroporto di Bologna per cercare di prendere il volo per Madrid e andarsene in vacanza. A questi comportamenti, si aggiunge la festa per la vittoria elettorale di una parlamentare dopo le suppletive in Umbria: una sessantina di persone stipate all’interno di un comitato elettorale.
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Raffica di sanzioni: bar, palestre e singoli violano il decreto “Resto a casa”
Anche per tale ragione, il presidente Conte ha deciso di utilizzare il pugno di ferro e introdurre regole comportamentali uniche per tutto il territorio nazionale. In queste ore, sono scattate le prime sanzioni. Nel milanese, sanzionato un adolescente che è stato beccato in un comune diverso da quello di residenza. Si è giustificato spiegando di essere andato a trovare la fidanzata: ma per le forze dell’ordine non era un motivo valido per spostarsi. Nessuna giustificazione della sua presenza alla stazione di Brescia è riuscito invece a dare un migrante. Questi ha fornito i documenti, ma si è rifiutato di spiegare il motivo del viaggio. Inoltre, non era in possesso di alcuna autocertificazione.
A Busto Arsizio, invece, un cliente è stato trovato in compagnia di una prostituta. In Toscana, a San Giovanni Valdarno, un operaio di 40 anni è stato trovato alle 3 di notte fuori casa e in un altro comune. Si è giustificato motivando esigenze lavorative. Ma a quanto pare la ditta per cui lavora era chiusa. Multe che fioccano anche per gli esercizi commerciali che non rispettano le nuove norme. A Roma sono due i bar che continuavano a restare aperti dopo le 18. Inoltre, sono state sanzionate almeno due palestre, una a Cattolica e l’altra a Besana Brianza. Pugno duro dunque, anche se per Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, intervenuto stamattina a Omnibus su La 7, non è sufficiente: “Serve un inasprimento delle sanzioni”, ha sollecitato.