Non abbassare la guardia sul Coronavirus: Centro-Sud a rischio anche se cala il picco, cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni.
“Un segnale positivo che potrebbe indicarci, o quantomeno lo speriamo, di essere arrivati o di essere finalmente vicini al plateau”, vale a dire al picco dei contagi. Così sul quotidiano ‘Il Messaggero’ Massimo Andreoni, primario del reparto di Malattie infettive del policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commenta i dati suoi contagi stazionari per due giorni consecutivi. Ma avverte che è proprio questo il momento di non abbassare la guardia.
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La mappa del contagio attuale di Coronavirus al Centro-sud
Un’osservazione questa che sembra trovare d’accordo politica e comunità scientifica, come peraltro testimonia l’annuncio odierno del premier Conte, il quale ha spiegato che le misure di contenimento verranno prorogate oltre il 3 aprile. Andreoni osserva: “Il dato che ci aiuta a capire quanto si sta diffondendo il nuovo coronavirus rimane quello dei nuovi contagi. Altrettanto interessante sarà capire se e come il virus camminerà da Nord verso il Centro e il Sud. Se anche al Centro e al Sud non ci saranno significativi aumenti nei nuovi contagi significherà che le misure restrittive stanno raggiungendo i risultati sperati”.
In questi giorni, effettivamente, si dovrebbe avere un quadro più delineato della situazione al Centro Sud e si dovrebbero vedere gli effetti dell’esodo dalle Regioni del Nord che è stato registrato nel weekend del 7-8 marzo scorso. Stando ai dati elaborati dal sito Piersoft.it, il numero di nuovi contagi è salito a 174 in un giorno nelle Marche, dove però si riscontrano casi limite come il focolaio nel pesarese e il drammatico contagio della casa di riposo di Cingoli, nel maceratese. Altrove, i numeri restano contenuti: 100 i nuovi casi nel Lazio, 42 in Puglia e 41 in Sicilia, le regioni maggiori, mentre manca il dato della Campania.
Cosa accadrà nelle prossime settimane: rischi e prospettive
Ma non è solo la ‘grande fuga’ dal Nord a portare il contagio e Andreoni ci tiene a spiegarlo. Rileva infatti: “Non basta aspettare solo i canonici 14 giorni, la durata dell’incubazione del nuovo Coronavirus. Questo ci aiuterà solo a verificare se le persone partite risultano contagiate singolarmente”. Successivamente, infatti, bisognerà capire se quelle persone trasferite da Nord a Sud abbiano avuto contatti e con chi, abbiano seguito le dovute cautele richieste o siano diventati ‘untori’ contagiando altre persone. Questi numeri varieranno e ci aiuteranno a capire quanto hanno funzionato e quanto siano state rispettate le norme di contenimento.
Infine, Andreoni lancia un invito al buon senso e spiega che non si dovrebbe vietare completamente l’attività all’aperto: “Stare a casa è sempre la scelta migliore. Tuttavia, credo che se una persona si fa una corsetta o anche una passeggiata da sola in un’area verde dove non c’è molta gente, e quindi si mantiene a una distanza di diversi metri da altre persone, il rischio di diffondere il virus è praticamente zero”. Il problema è che molte persone questo buon senso non sembrano averlo finora dimostrato: “Qualcuno ha magari passeggiato o corso gomito a gomito con altre persone, si stanno valutando misure più drastiche”.