Permane l’allarme mascherine in Lombardia, la regione più colpita dal Coronavirus: “Necessità spasmodica”, sottolinea Fontana.
Sarà un’altra durissima giornata per l’Italia nella lotta al Coronavirus: quello che ci attende è un fine settimana cruciale, per capire se davvero il contagio sta quantomeno rallentando. Sulle misure di contenimento messe in campo dal governo, c’è ottimismo, soprattutto per quanto concerne il numero di contagi al Centro Sud che – Marche a parte – a oggi viene ampiamente contenuto. Intanto, si conta un altro medico deceduto, ancora una volta a Bergamo. Si tratta di Giulio Calvi. Siamo a 44 medici deceduti dall’inizio dell’emergenza, la stragrande maggioranza nell’ultima settimana.
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Le parole di Fontana, presidente Lombardia, sul Coronavirus
Ancora oggi, proprio dalla Lombardia, arriva l’ennesimo appello a far dotare la regione di mascherine. Lo lancia ancora una volta il presidente Attilio Fontana, in collegamento a Mattino 5: “Abbiamo una necessità spasmodica. È la cosa di cui si lamentano giustamente tutti. Anche la nostra medicina territoriale è bloccata dal fatto che i medici senza presidi non vanno a visitare i pazienti, e hanno ragione. Noi abbiamo però altrettanto ragione perché, purtroppo, nessuno ci ha fornito le mascherine, che stiamo cercando di recuperare insieme ai camici”.
Il governatore della Lombardia evidenzia: “Facciamo un lavoro che non è quello che dovremmo fare noi perché l’approvvigionamento dei vari presidi e delle mascherine non è compito nostro in una situazione di emergenza. Ma lo stiamo facendo. Il problema è che su 100 persone che si offrono, 95 cercano di truffarci. Quindi è possibile che qualche telefonata sia sfuggita”. Fontana ha quindi parlato dei dati di ieri, ritenuti preoccupanti soprattutto se visti come un segnale di rialzo: “Nel pomeriggio è stato chiarito che erano aumentati i tamponi e che soprattutto nei giorni precedenti erano stati elaborati alcuni dati in meno che si erano quindi sommati a quelli di ieri”. Sempre stamattina brutte notizie arrivano per l’economia italiana, con la società di consulenza Prometeia che prevede una contrazione del Pil del 6,5%: il dato si basa su uno scenario che prevede “una lenta e selezionata rimozione dei blocchi anti-contagio a partire da inizio maggio”.
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