Studio choc di un istituto epidemiologico di Londra sul Coronavirus: “In Italia 5,9 milioni di contagiati”, dato reale o troppo alto?
Un report realizzato da un team dell’Imperial College di Londra guidato da Neil Ferguson e Samir Bhatt e diffuso dall’Oms Collaborating Centre for Infectious Disease Modelling sostiene che le misure tampone attuate in Europa ha evitato la morte di 120mila persone. Misure come “l’isolamento di casi confermati e sospetti, la chiusura di scuole e università, il divieto di raduni di massa e, più recentemente, lo stop” delle attività produttive sono state fondamentali, spiegano i ricercatori. Questi interventi – sottolineano – “mirano a gestire l’epidemia per prevenire un aumento di casi che potrebbe sovraccaricare la capacità di assistenza sanitaria”.
Leggi anche –> Coronavirus, ipotesi test sierologici: “Possiamo capire chi è immunizzato”
5,9 milioni di contagiati da Coronavirus in Italia: il dato è reale?
Ma c’è un altro dato che balza all’occhio e che fa paura. Infatti, secondo il team di ricercatori il contagio è ben più ampio dei numeri ufficiali. Le persone infettate sarebbero tra il 2 e il 12% della popolazione: 2,7% nel Regno Unito, solo 0,41% in Germania, 3% in Francia e 9,8% in Italia. Il dato dell’Italia non è passato inosservato a Roberto Burioni. L’infettivologo infatti su Twitter scrive: “Capite perché i numeri che sentite in tv alle 18 non hanno molto significato? Capite perché l’Italia ha tanti morti in più rispetto alla Germania?”. In sostanza, dice Burioni, se si parla del 9,8% della popolazione infettata, questo dato corrisponde a 5,9 milioni di contagi. Poi avverte: “Questa stima non è mia, ma dei ricercatori dell’Imperial College di Londra, tra i migliori studiosi di epidemiologia al mondo”.
Ma la tesi dei quasi 6 milioni di contagi viene seccamente smentita da Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità che all’Adnkronos dice: “Bisogna essere molto cauti nell’approssimare la popolazione italiana già infettata dal virus”. In Italia, il dato ufficiale parla di 100mila contagi, che anche moltiplicato per 10 considerando il “massimo” degli asintomatici, arriverebbe a un milione di casi. Rezza insiste e domanda: “Bisogna tener conto del fatto che la maggior parte dei casi in Italia si è verificato al Nord, in Lombardia. La stima dell’Imperial è una media nazionale? Vuol dire che un’elevata parte di popolazione al Nord si sarebbe infettata e che il virus abbia circolato silente nel resto d’Italia?”. Riflette ancora Rezza: “Queste stime partono dai dati delle morti e fanno degli assunti, ma non tengono conto di studi di prevalenza e sierologici”. Infine conclude: “La realtà italiana di Covid-19 è molto peculiare e differente nelle varie regioni, e occorre tenerne conto”.
Leggi anche –> Coronavirus, misure restrittive: quanto dureranno ancora