Stimata insegnante di Brooklyn, 30 anni, morta di Coronavirus dopo che le è stato negato due volte un test per la positività al COVID-19.
Un’amata insegnante di studi sociali della scuola media di Brooklyn è morta di COVID-19 a seguito di una battaglia di un mese. La giovane donna, trentenne, era stata respinta due volte quando aveva richiesto il test prima di essere diagnosticata positiva al virus. Rana Zoe Mungin, che si era aggrappata alla vita in ospedale per più di un mese, è morta lunedì pomeriggio, ha confermato sua madre ad ABC News. Nonostante le ripetute richieste di aiuto e la manifestazione di vari sintomi del virus, secondo la sua famiglia a Mungin è stato negato due volte il test COVID-19 al Brookdale Hospital di Brooklyn.
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L’accusa: insegnante morta di Coronavirus, l’ombra del razzismo?
Era lo stesso ospedale dove sua sorella maggiore morì di un attacco d’asma 15 anni prima. Secondo una delle sue amiche, quei suoi sintomi erano stati anche liquidati come un “attacco di panico”. Mia Mungin, un’infermiera registrata di New York City, che oggi piange dunque la scomparsa di una seconda sorella, ha denunciato: “Le disparità di razzismo e salute continuano ancora. Il codice postale in cui viviamo predetermina ancora il tipo di cure che riceviamo”. Rana Zoe Mungin ha insegnato all’Ascend Academy a East New York, Brooklyn, una zona di New York City tra le più colpite dalla pandemia. Aveva conseguito una laurea in psicologia al Wellesley College e in seguito ha conseguito un Master in Belle Arti presso l’Università del Massachusetts, Amherst, in Scrittura creativa.
Non è sua sorella l’unica a lanciare accuse di razzismo: “È morta non solo per COVID-19, ma perché viviamo in un mondo razzista e anti-nero”, ha detto la sua amica di lunga data Nohemi Maciel. Questa ha aggiunto: “Sappiamo che le persone di colore stanno morendo a tassi sproporzionati. Questo non può essere escluso dal dibattito su quanto sta accadendo”. Lauren Calihman, collega di studi di Zoe, si è sfogata: “Immagina se Zoe avesse ricevuto un trattamento coerente con la gravità dei suoi sintomi, piuttosto che ricevere un trattamento coerente con le sue origini”.
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