Morto Raffaele Pempinello, noto infettivologo di Napoli, a lungo primario dell’Ospedale Cotugno: ucciso dal Coronavirus, aveva 76 anni.
Si è spento a Napoli il dottor Raffaele Pempinello, noto infettivologo, epatologo, internista ed igienista. Il medico era stato a lungo primario dell’Ospedale Cotugno di Napoli, dove aveva diretto la V Unità Operativa Complessa. Inoltre, era componente del Consiglio direttivo della Società scientifica italiana di malattie infettive. Insomma, un nome di primo piano non solo nella sua Napoli, ma a livello nazionale. Il noto medico si è spento a causa del Coronavirus.
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Chi era Raffaele Pempinello, ucciso dal Coronavirus
Secondo la testimonianza della sorella del medico, Elena Pempinello, l’ex primario potrebbe aver contratto il virus durante una visita domiciliare a un amico: “Non ha saputo dire di no a un suo amico che gli aveva chiesto una visita privata ed è stato contagiato. Da pochissimi giorni era stato intubato ma abbiamo sperato sino alla fine che si salvasse”. Lello – come gli amici chiamavano il noto medico – soffriva di un’epatite virale contratta in servizio, ma sembrava stesse meglio nelle ultime settimane. Ricorda la sorella: “Porto nel cuore la generosità di mio fratello, il sorriso che apriva il cuore e che ti sollevava il morale malgrado ogni contrarietà: era un uomo di altri tempi che amava la vita, la famiglia, il suo lavoro e non perdeva mai quell’aria sorniona e scanzonata che metteva allegria”.
L’ex Procuratore generale Vincenzo Galgano ne traccia un ritratto: “Era un galantuomo, molto affabile, di indole aperta e comunicativa, pronto al sorriso. Ricordo che un giorno capitammo seduti insieme a un tavolo di un circolo cittadino ed essendo così vicini iniziammo a parlare: mi raccontò tutta la storia della sua numerosa famiglia, dell’attività artigiana ma su scala industriale del padre e di come nacque la sua carriera. Mi disse che la passione per la medicina lo aveva spinto a specializzarsi in Endocrinologia e in Malattie infettive e poi in Igiene e in Gastroenterologia: dopo aver lavorato nella Clinica di Malattie infettive del policlinico Federico II durante il colera, andò in America ma poi volle tornare e divenne primario di Malattie infettive del Cotugno dove ha chiuso la sua carriera e, purtroppo, anche la sua vita”.
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