Morto Adriano Rinaldi, volto noto di Bologna: ucciso dal Coronavirus contratto in ospedale il re dei pub del capoluogo emiliano.
Nelle scorse ore, si è spento a Bologna all’età di 62 anni, Adriano Rinaldi. L’uomo era un noto imprenditore nel mondo della movida bolognese. Era socio titolare del Dragon pub, dell’Old Bridge e del Number Ten. Ricoverato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna per subire un’operazione al rene, il trapianto avviene con successo, ma l’uomo contrae successivamente il Coronavirus nel reparto di Nefrologia. Si tratta della seconda vittima di un focolaio nel nosocomio bolognese: un’altra persona di 47 anni era morta qualche giorno fa.
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Chi era Adriano Rinaldi, morto di Coronavirus: il ricordo di parenti e amici
Adriano Rinaldi era nel mondo dei locali notturni da oltre 40 anni: nel 1977 insieme al fratello Valerio, allo zio e altri due soci, tornato da un viaggio in Inghilterra, decise di aprire il Number Ten. Sposato, padre di un figlio e nonno di due nipoti, l’uomo lascia anche l’anziana madre di 88 anni. Valerio, il fratello, ha raccontato al ‘Resto del Carlino’: “E’ straziante che se ne sia andato da solo, senza nessuno a stringergli la mano”. Sulla pagina Facebook del Dragon Pub, di cui era socio fondatore, si legge: “Ci siamo stretti nel silenzio, cercando di affrontare l’immenso dolore per la perdita che ci ha colpito. Inutili sono le parole per cercare di raccontare cosa rappresentassi per noi. Doveroso però, è il ringraziamento che vogliamo dare a tutti coloro che in questi giorni bui, hanno accarezzato questa nostra sofferenza, con la loro vicinanza e il loro affetto”.
In tanti avrebbero voluto salutare per l’ultima volta Adriano Rinaldi, ma le restrizioni sul Coronavirus non lo hanno permesso. “In un momento della nostra esistenza al limite del surreale, in cui dobbiamo stare distanti, voi tutti, siete comunque riusciti a farci sentire il vostro abbraccio”, ricorda la famiglia. La direttrice dell’Ospedale Sant’Orsola, Chiara Gibertoni, spiega cosa è accaduto nelle corsie dell’ospedale: “Sono due le vittime del Covid tra le persone trapiantate di rene ricoverate in Nefrologia in relazione allo stesso focolaio di infezione che si è verificato lo scorso marzo. Il rammarico è che l’intervento per il quale era stato ricoverato aveva avuto esito positivo in relazione a condizioni di partenza del paziente particolarmente complesse”.
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