Farmaci più veloci ed efficienti del vaccino per fermare il Coronavirus: lo studio inglese prevede tempi di poche settimane per fine blocco.
Più di 120 farmaci sono in fase di studio come trattamento per il Coronavirus. Questi potrebbero fornire un percorso molto più rapido per uscire dalla crisi piuttosto che aspettare un vaccino, secondo un documento pubblicato oggi. Gli autori dello studio, provenienti dal Chelsea e dal Westminster Hospital, hanno affermato che se uno qualsiasi dei farmaci fosse moderatamente efficace, trasformerebbe il profilo della pandemia e il modo in cui i politici affrontano il virus.
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Cure a base di farmaci o vaccino: come fermare il Coronavirus
Le principali sperimentazioni nel Regno Unito di cure a base di remdesivir, Ebc, tocilizumab e lopinavir-ritonavir antiretrovirali dell’HIV produrranno risultati definitivi nelle prossime settimane. Nella serata di ieri, il team di Chelsea e Westminster ha annunciato un nuovo studio sul Coronavirus: valuterà gli effetti su 450 persone del farmaco antinfluenzale favipiravir e l’idrossiclorochina antimalarica. L’articolo – del dott. Michael Pelly, il professore specializzato in HIV Anton Pozniak e il consulente finanziario internazionale Guy de Selliers – delinea un piano trifase per il ritorno alla normalità. Si prevede, se i risultati fossero efficaci, un ritorno alla normalità entro minor tempo se non attendendo un vaccino.
Gli autori propongono che con la caduta dei ricoveri ospedalieri, l’allentamento delle restrizioni potrebbe iniziare tra due settimane. Ulteriori regole potrebbero essere revocate in seguito ai risultati dei test farmacologici attesi all’inizio di giugno, con la fine del blocco entro metà estate. In un articolo per il think tank Radix, gli autori hanno scritto: “I trattamenti potrebbero essere identificati molto prima di un vaccino e forse anche dopo alcune settimane”. Il dottor Pelly, responsabile di questo studio, ha sottolineato che l’HIV è stato “completamente cambiato” come malattia attraverso lo sviluppo di trattamenti, senza che gli scienziati abbiano mai sviluppato un vaccino. Ha detto: “A breve termine, gli antivirali potrebbero darci l’opzione di cui abbiamo bisogno”.
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