La tesi del medico radiologo Maurizio Borghetti, in servizio a Crema e in prima linea contro il Coronavirus: “Il virus ha perso forza, lo dimostrano i dati”.
Maurizio Borghetti, medico radiologo in servizio presso l’ospedale di Crema, è tra coloro che sono stati in queste settimane in prima linea nell’emergenza Coronavirus in Lombardia. Ha coniato il motto “Dai Burdèl che ghe la fèm” e in più occasioni ha ribadito che a suo avviso il virus circolava nella Regione ben prima della scoperta del paziente 1 di Codogno. Alcune polmoniti anomale vengono fatte addirittura risalire a novembre. In queste settimane, il medico sta portando avanti le sue tesi che riguardano il fatto che il virus starebbe perdendo forza.
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La forza del Coronavirus starebbe scemando: i parametri del dottor Borghetti
Molto attivo sui social network, proprio ieri il dottor Borghetti ha ribadito le sue tesi a un’emittente radiofonica privata. Già nei giorni scorsi, aveva manifestato le sue tesi al quotidiano ‘Il Giorno’: “Può essere plausibile che con il nostro comportamento di questi ultimi due mesi si sia riusciti a far terra bruciata intorno al virus che, se non riesce a infettare, muore”. Su Facebook, il medico radiologo sottolinea: “Anche il dott. Burioni conviene sul fatto che qualcosa è cambiato e il virus maledetto potrebbe essere attenuato. Dice che i clinici si accorgono prima di ciò che avviene in quanto sono sul campo”. Quindi cita il rocker Ligabue: “Si dimentica dei Radiologi, che sono sul campo anche loro ma fanno vita da mediano. Come Oriali”.
“Di fatto, in questi due mesi e mezzo, nei posti di comando e gestione sono stati ascoltati poco i primi, quasi niente i secondi”, sottolinea ancora il dottor Borghetti. Che poi prosegue: “Sappiamo che le cose stanno andando bene, calano i dati di preoccupazione, si mantengono minimali e non gravi (anche oggi) le Tac di polmonite. Siamo fiduciosi anche se sappiamo che non è finita del tutto e occorre ancora per un po’ attenzione. Vedo però che il metro per la valutazione resta sempre lo stesso e da tutte le parti si parla di tamponi e test sierologici trascurando ad esempio l’incidenza delle polmoniti reali rilevate con Tac. Che tra un mese ci sia qualcuno che ce lo venga a dire? Forse. Meglio tardi che mai”.
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