“Pochi casi, non sappiamo su chi testarlo”, il vaccino contro il Coronavirus potrebbe non arrivare in tempo perché il virus sta arretrando, dicono da Oxford.
Ormai sempre più scienziati concordano nella tesi che il Coronavirus starebbe arretrando e dal Regno Unito arrivano le clamorose dichiarazioni di Adrian Hill, direttore dello Jenner Institute dell’Università di Oxford. Egli descrive quella per creare un vaccino come una “corsa contro la scomparsa del virus e contro il tempo”. Esiste solo il 50% di probabilità che il vaccino contro il coronavirus di Oxford funzioni perché i casi nel Regno Unito stanno diminuendo molto rapidamente, dice in sostanza lo scienziato britannico. La notizia è riportata dal canale all news di Sky.
Leggi anche –> Coronavirus, 7 motivi per cui il virus oggi fa meno paura
Vaccino Coronavirus: la situazione paradossale nel Regno Unito
Il Jenner Institute dell’Università di Oxford e l’Oxford Vaccine Group hanno iniziato a sviluppare un vaccino COVID-19 a gennaio usando un virus prelevato da scimpanzé. Ma con il numero di casi di coronavirus nel Regno Unito in calo ogni giorno, potrebbe non esserci abbastanza gente su cui testarlo. Ha detto Adrian Hill in un’intervista al The Sunday Telegraph: “È una corsa contro la scomparsa del virus e contro il tempo. Abbiamo detto all’inizio dell’anno che c’era una probabilità dell’80% di sviluppare un vaccino efficace entro settembre. Ma al momento, c’è una probabilità del 50% di non ottenere alcun risultato. Siamo nella bizzarra posizione che vogliamo che il virus resti ancora un po’ di tempo”.
Sabato scorso, è stato riferito che 282 persone sono morte del virus nel Regno Unito negli ospedali, nelle case di cura e nella comunità. La cifra è diminuita drammaticamente dal picco dell’epidemia britannica, quando quasi 1.000 persone morivano ogni giorno solo negli ospedali. Le prove del vaccino – ufficialmente conosciute come ChAdOx1 nCoV-19 (pronunciato Chaddox One) – sono iniziate con una fase iniziale di test su 160 volontari sani di età compresa tra 18 e 55 anni per vedere se poteva effettivamente combattere il virus. Lo studio è destinato a passare alla seconda e terza fase, che prevede il test fino a 10.260 persone e l’estensione dell’età dei partecipanti per includere i bambini e gli anziani. Ma se non abbastanza persone sono in grado di catturare il virus, gli scienziati non avranno abbastanza prove per dimostrare che è efficace e implementarlo per l’uso del SSN.
Leggi anche –> Coronavirus, buone notizie: il Remdesivir accorcia i tempi di guarigione