Maddie McCann, il caso della terza auto: primi sospetti nel 2013

Il caso della terza auto in possesso di Christian Brueckner: primi sospetti già nel 2013 sul presunto assassino della piccola Maddie McCann.

Madeleine McCann, genitori
(Getty images)

Il principale sospettato nel caso Maddie McCann aveva una terza automobile segreta in Portogallo che potrebbe contenere prove vitali, ha affermato la sua ex. Secondo l’ex amante britannica di Christian Brueckner, al momento della scomparsa della bambina, il presunto assassino possedeva anche una Volkswagen oltre ai due veicoli indagati dai detective. La sua ex, una barista di 45 anni del Berkshire, ha ora rivelato i dettagli di una terza auto, che si presume l’uomo abbia guidato a metà del 2005.

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Novità sul caso Maddie McCann: la terza auto e i sospetti del 2013

La donna, che vuole restare anonima, si è trasferita nella città di Lagos in Algarve alla fine del 2003 e ha lavorato al ristorante Taberna de Lagos insieme al cameriere Christian Brueckner, che era due anni più giovane. La rivelazione potrebbe rivelarsi fondamentale per risolvere il caso di Madeleine McCann, scomparsa a Praia Da Luz nel maggio 2007 durante una vacanza in famiglia. La terza auto “era un tipo di colore sporco, giallognolo e senape”, un modello “vecchio e lungo”. Intanto, Hans Christian Wolters, procuratore di stato di Braunschweig, è convinto che il presunto pedofilo sia il principale sospettato. Quindi aggiunge che Kate e Gerry McCann “non hanno nulla a che fare con questo”.

Invece, spiega il procuratore che  la polizia portoghese è ancora convinta che i genitori di Maddie McCann siano coinvolti nella sua morte. Intanto Der Spiegel sostiene oggi che Christian Brueckner non solo sarebbe oggi il principale sospettato, ma che su di lui ci sarebbero sospetti sin dal 2013. In sostanza, la polizia tedesca è sulle tracce di quell’uomo dal 2013, in seguito alle informazioni fornite da un individuo che ha affermato di aver lavorato con con il presunto assassino quando si sono verificati gli eventi. Sulla base di questa testimonianza, la polizia di Brunswick (nord-ovest) ha immediatamente convocato l’uomo perché apparisse come testimone, secondo la stessa fonte. “Questo non sarebbe dovuto succedere in quel modo e non corrisponde affatto alla solita procedura in un caso così delicato”, ha detto a Der Spiegel un agente di polizia.

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