E’ partita solo ieri la raccolta firme per depenalizzare la coltivazione della cannabis ed è già stata superata quota 100.000.
Il comitato promotore del referendum era ottimista circa la possibilità di raccogliere le firme necessarie, ma di certo non si aspettava un simile exploit. Di sicuro, la possibilità di firmare on line ha avuto il suo peso.

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Il quesito
Il quesito referendario è stato depositato il 7 settembre e recita:
“Volete voi che sia abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309, avente ad oggetto “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza“, limitatamente alle seguenti parti:
Articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”;
Articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”;
Articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni?” riferito al Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, di cui al d.P.R. 309/1990.
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Le finalità
In breve, il comitato promotore che annovera tra gli altri l‘Associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, +Europa, Radicali italiani, Sinistra Italiana, Potere al Popolo, Rifondazione comunista, Europa Verde, Arci, Lega Italiana per la Lotta all’AIDS – LILA, Coalizione Italiana per i Diritti e le Libertà Civili – CILD, persegue la volontà di depenalizzare la coltivazione della cannabis e di eliminare le pene detentive correlate, salvo i casi di traffico illecito.
I promotori intendono anche eliminare la sospensione della patente attualmente in vigore per tutti coloro che fanno uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa.
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Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni si dice entusiasta del risultato raggiunto nella prime 24 ore ed è convinto, con Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli esteri che il proibizionismo ha solo prodotto effetti deleteri arricchendo la criminalità organizzata.
Perché il referendum possa essere indetto, è necessario raccogliere 500.000 firme entro il 30 settembre e la meta, con questi ritmi, è vicina.