Proprio recentemente, in occasione del Festival dello Sport di Trento, Mihailovic è ritornato sulla sua terribile esperienza.
Nel 2019, la sua storia ha commosso tutti. Sinisa Mihailovic annunciò la propria malattia. Gravissima. La leucemia. Lo fece non riuscendo a trattenere le lacrime. Lui che è sempre stato un duro. Dentro e fuori dal campo. Da quel momento una lunga battaglia contro quel brutto male.

Sinisa Mihailovic: la carriera
Ex calciatore serbo dal sinistro sopraffino. Una carriera dipanatasi per lo più nel campionato italiano. Da anni, peraltro, Sinisa è anche nostro connazionale. L’arrivo in Italia con la Roma. Poi il passaggio alla Sampdoria. Ma è dall’altra parte del Tevere che Mihailovic gioca più partite: nella Lazio. Chiuderà la carriera nell’Inter. Vanta 58 presenze e 10 reti nella nazionale jugoslava.

Personaggio certamente non banale, Sinisa Mihalovic. In passato hanno suscitato polemiche alcune sue uscite di natura politica, soprattutto con riferimento alle frange nazionaliste serbe. Lui che nella sua vita ha conosciuto anche gli orrori della guerra.
Ma negli ultimi mesi ha commosso tutti con la sua battaglia contro la leucemia. Una malattia che sta affrontando con grande coraggio, anche grazie al sostegno della famiglia e della città di Bologna. Sinisa Mihailovic, infatti, è attualmente allenatore dei felsinei.
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Come sta oggi?
Proprio recentemente, in occasione del Festival dello Sport di Trento, Mihailovic è ritornato sulla sua terribile esperienza. E ha ringraziato con tutto il cuore proprio i tifosi del Bologna, che più di altri gli sono stati vicini e gli hanno dato la forza di lottare.
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Del resto, tutto il mondo del calcio si strinse attorno a Sinisa. In tutti gli stadi fu una grande accoglienza. Solo in pochissime occasioni (e nella fase più dura) Mihailovic ha infatti disertato la panchina. In generale, c’è sempre stato: “Ho diretto allenamenti con 40 di febbre” ha raccontato a Trento.
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Oggi Sinisa sta molto meglio. Certo, deve sempre tenersi d’occhio. Ma la fase peggiore sembra alle spalle: “Ho pianto, ho urlato, ma non ho mai perso la voglia di vivere” dice. E poi avverte: “Controllatevi, fate gli esami del sangue ogni sei mesi”.