Brigitte Bardot in “rosso”. Pochi sanno che esiste un mito creato solo per lei

Brigitte Bardot è stata più di un’attrice, è stata il mito di un’intera generazione, non solo per la sua straordinaria bellezza, ma per il suo carattere ribelle e scalpitante, come…

Brigitte Bardot incarna il cinema francese, un certo tipo di donna francese libera, senza tabù al di là del valore dei film che ha girato, che altro non erano se non un contorno ad un personaggio che brillava di luce propria.

Una giovane BB in rosso
Una giovane BB in rosso (Instagram)

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Gli inizi

Brigitte Bardot nasce a Parigi nel 1934 da una famiglia borghese. Come tutte le bambine di buona famiglia studia danza e con il corpo plasmato da ore e ore di prove è facile per lei ottenere i primi ingaggi da modella, tanto che a soli quindici anni appare sulla copertina di “Elle”, dove a posto del suo nome apparvero solo le iniziali puntate, B.B.  (Bébé, in francese).

Quella copertina le apre le porte del cinema, conosce Roger Vadim ed appena maggiorenne, lo sposa.

L’esplosione del fenomeno BB avviene  nel 1956, con il film con Et Dieu créa la femme (in italiano Piace a troppi) per la regia dello stesso marito. E’ nato il mito.

Una provocante BB
Una provocante BB (Instagram)

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L’idolo e l’idolatria 

Ma è a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta che La Bardot raggiunge l’apice del suo successo. Viene idolatrata non solo dal pubblico maschile, ma anche le ragazze cominciano ad imitare i suoi outfit e il modo di portare i capelli. I francesi trovano anche un nome a questo fenomeno:  bardolâtrie.

Ma se il suo successo come personaggio è immenso, paragonato in termini economici alle esportazioni della Renault, la donna, Brigitte, non gode di altrettanta felicità. Alterna matrimoni e divorzi con conseguenti depressioni.

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L’attrice in seguito farà ancora film di maniera, fino al 1974, quando, compiuti 40 anni, si ritira dal cinema per dedicarsi alla difesa degli animali.

Ferrari 512 BB
Una Ferrari 512 BB (GettyImages)

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Il mito però travalica le Alpi e raggiunge Maranello. Esiste infatti una Ferrari,  la Ferrari 512 BB per l’appunto, che deve il suo nome all’iconica attrice. Ufficialmente quel BB viene scelto come acronimo per  “Berlinetta Boxer” ma Leonardo Fioravanti progettista Ferrari proprio in quegli anni ha  rivelato che la sigla venne scelta come omaggio all’attrice.

Non tutti possono vantarsi di essere un mito al quadrato.