Critiche pesanti per il reddito di libertà | Le donne vittime di violenza aiutate veramente con poco

Tutto quello che c’è da sapere sulla nuova misura. Ma non mancano già le polemiche sulla esiguità delle risorse

Dopo una lunga gestazione e un lungo travaglio, finalmente la misura ha visto la luce. Ma, se da una parte la Lega esulta, anche attraverso i social, dall’altra parte iniziano già le polemiche sulla esiguità delle risorse.

Reddito di libertà
Reddito di libertà (foto web)

Il reddito di libertà

Stiamo parlando del cosiddetto “Reddito di libertà”. L’Inps, infatti, ha comunicato di aver pubblicato la circolare sul “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”. Istituito per favorire percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà attraverso l’indipendenza economica.

Matteo Salvini Reddito di Libertà (Instagram)
Reddito di libertà (Instagram)

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La misura economica è destinata alle donne seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Un contributo finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per l’autonomia abitativa e personale. Nonché il percorso scolastico e formativo di eventuali figli e figlie minori.

In quanto consiste e come aderire

I requisiti di accesso e le modalità di compilazione e presentazione della domanda sono descritte in dettaglio nella circolare, come pure le funzionalità della procedura e le relative istruzioni operative per gli operatori. Per facilitare la presentazione telematica delle domande all’Inps, è stata predisposta una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani che permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalle interessate.

Reddito di Libertà
Reddito di Libertà (foto web)

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Il reddito di libertà è riconosciuto dall’Inps con un contributo nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, in un’unica soluzione per massimo dodici mesi, entro il limite delle risorse assegnate a ciascuna Regione o Provincia autonoma.

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Per le femministe, si tratta di un intervento di facciata. Facendo un calcolo, ne potranno beneficiare al massimo 625 donne in tutta Italia. Quando sono circa 50.000 ogni anno le donne accolte nei centri antiviolenza. Secondo l’ultima rilevazione Istat. In più, ci si lamenta anche dell’importo pro capite. Appena 400 euro. Senz’altro utile. Ma non può essere considerato un reddito che consenta davvero l’autonomia economica.