Un medico in famiglia è stata una delle fiction di maggior successo della RAI e ha lanciato molti attori verso una gloriosa carriera. Ma non è stato così per tutti.
Un medico in famiglia, storica fiction made in Rai è andata in onda per quasi vent’anni dal 1998 al 2016 per un totale di ben 286 episodi.
Del cast hanno fatto parte moltissimi attori che si sono anche alternati nel corso degli anni, alcuni dei quali sono diventati beniamini del pubblico.
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Il cast: chi ha avuto successo…
la fiction narrava le vicende della famiglia Martini, il cui patriarca era l’ex ferroviere nonno Libero interpretato dal grande Lino Banfi, il quale dimostrava le sue grandi doti di attore sganciandosi dai ruoli scollacciati che aveva interpretato nei film degli anni Settanta e Ottanta.
Suo figlio, nella fiction, era Lele alias Giulio Scarpati, attore di cinema e teatro, che ha interpretato tra l’altro Il giudice ragazzino, il film sulla storia tragica del giudice Rosario Livatino diretto da Alessandro Di Robilant.
Il volto femminile della prima serie era una giovanissima Claudia Pandolfi.
Tra gli attori in secondo piano che ebbero un ruolo nella saga di nonno Libero e family non tutti ricordano, ci sono: Enrico Brignano, un Elio Germano ragazzino che interpretava er Pasticca, un ragazzo difficile ed Edoardo Leo che anni più tardi sarebbe diventato il protagonista al cinema della saga di Smetto quando voglio.
E chi è finito sulla strada
Uno dei protagonisti era Alberto, nipote di Lele, interpretato da Manuele Labate.
Manuele partecipò a molte edizioni della serie, per poi recitare anche ne Il bello delle donne su Canale 5, in Provaci ancora prof 2 con Veronica Pivetti per la Rai e ne il Sangue e la Rosa con Gabriel Garko ancora su Canale 5.
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Ma la sua vera passione non era la recitazione.
Da qualche tempo infatti si dedica con successo e soddisfazione alla street art. Come lui stesso ha ammesso, dopo la nascita delle sue figlie, la carriera di attore si era un po’ rallentata e ha approfittato della sua perizia nel disegno per costruirsi una carriera parallela, sempre nell’arte, come street artist.
Nelle città sono presenti degli spazi comuni che vengono concessi ad artisti di strada per emanciparli dal degrado, come lui stesso dice “È un modo per togliere il grigio dalla città”.
Ed è stato per Manuele anche un modo per venir fuori dal momento di depressione dovuto alla mancanza di lavoro come attore.