Silvia Romano: la nuova vita islamica della cooperante rapita in Kenya | Cosa fa oggi

Silvia Romano, la volontaria milanese tornata in Italia dopo 18 mesi di prigionia è una persona completamente diversa oggi. Ecco come  vive.

Tutti sicuramente ricorderanno la vicenda di Silvia Romano, la volontaria dell’Africa Milele Onlus rapita nel 2018 in Kenya.

La storia in breve è questa. Laureata in mediazione linguistica, una passione per il fitness e l’Africa, era alla sua seconda missione.

Silvia Romano il giorno della laurea
Silvia Romano il giorno della laurea (Instagram)

Grazie a questa piccola associazione marchigiana era arrivata in una contea dove molti bambini orfani vivono nella discarica di Mombasa.

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Il rapimento

Il 20 novembre 2018 un gruppo di uomini armati si introduceva nel villaggio dove Silvia si trovava portandola via.

Silvia in Kenya
Silvia in Kenya (Instagram)

Si pensò subito ad un rapimento a scopo di estorsione, infatti pare chiaro che l’ostaggio è stato passato, venduto ad un gruppo islamista somalo vicino al Al-Shabaab.

La ragazza venne liberata nel maggio del 2019, si presentò davanti alle telecamere vestita alla maniera islamica, con il velo.

Si parlò di un riscatto pagato per il suo rilascio, ma Di Maio negò con forza questa possibilità.

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Nel corso della sua prigionia si era convertita all’Islam, disse, volontariamente, dopo aver letto e studiato il Corano ed aveva scelto il nome di Aisha.

Questa sua conversione non venne presa bene dall’opinione pubblica all’epoca.

La ragazza fu oggetto di insulti e minacce sul web, tanto che la procura milanese aprì un’indagine chiedendo collaborazione ai vertici di Facebook.

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Il ritorno a casa

Il ritorno a casa non fu  facile. La famiglia era continuamente assediata da giornalisti e curiosi in cerca di notizie circa la conversione della ragazza.

Silvia appena liberata con la sua famiglia
Silvia appena liberata con la sua famiglia (Instagram)

Ed è per questo che Silvia si trasferì. Nei mesi successivi alla sua liberazione riprese i contatti con un vecchio amico d’infanzia, Paolo. I due ricominciarono a frequentarsi e circa un anno fa si sono sposati con rito islamico.

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Lei ora insegna italiano in una scuola per stranieri in un paese della provincia di Lodi ed è attiva per promuovere un progetto contro l’islamofobia.

A chi prova a contattarla per parlare ancora della vicenda che l’ha vista protagonista, Silvia/Aisha risponde che vuole essere solo dimenticata.