Valeria Rossi: le molestie subite da ragazza | “Tre parole” non bastano per raccontare la terribile esperienza

Un lungo post-sfogo della cantautrice del successo “Tre parole”. Leggete cosa le è successo e facciamone tutti tesoro

Proprio pochi giorni dopo la Giornata Nazionale contro la violenza sulle donne. E con le polemiche – tutt’ora in corso – sull’episodio che ha visto una giovane giornalista sportiva molestata in diretta da un tifoso della Fiorentina. Anche la cantautrice Valeria Rossi squarcia il velo del silenzio. Si schiera dalla parte delle donne, raccontando su Instagram uno spiacevole episodio di cui è stata vittima.

Valeria Rossi
Valeria Rossi (foto web)

La carriera di Valeria Rossi

Oggi 52enne, Valeria Rossi è una donna affascinante. Forse anche di più rispetto alla ragazza che, nel 2001, raggiunse un enorme successo nazionale con la sua canzone “Tre parole”. Un vero e proprio tormentone che, chiunque, in quel periodo ha canticchiato almeno una volta. E che ancora oggi è ricordato come uno dei più grandi successi degli anni 2000. Nonostante siano passati ormai trent’anni.

Valeria Rossi
Valeria Rossi (foto web)

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Con i lavori musicali successivi, purtroppo, non è riuscita a bissare il successo di “Tre parole”. Oggi lavora presso il Municipio di Monza nell’ufficio anagrafe e protocollo. Ma continua a essere seguitissima sui social. E, come giusto che sia, sul proprio profilo Instagram non manca di ricordare il passato. Di farci vedere qualcosa della sua attuale vita. Ma anche di farci riflettere. Come con uno degli ultimi post pubblicati.

Le molestie subite

Volto teso e triste. Ma, soprattutto, un lungo racconto, quello buttato giù da Valeria Rossi. Certamente non a caso in questo periodo. In cui si dibatte se una pacca sul sedere sia o meno una molestia. La cantautrice ha voluto dire la sua. E lo ha fatto non con opinioni. Ma con la potenza dei fatti.

Valeria Rossi post Instagram
Il post di Valeria Rossi su Instagram

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Tutto accade a Roma, nel centro di Roma: “Ero su di un autobus, uno di quelli sempre carichi tra Largo Argentina e Viale Trastevere, un tratto breve. Non ricordo a fare cosa, forse ero appena uscita dallo studio dello psicoterapeuta esperto di quell’ipnositerapia che non sarei riuscita a fare per via dei costi, forse avevo un’altra punta, non so. Avevo circa vent’anni, passavo il tempo nei cinema d’essaie, nelle librerie, Rinascita, Feltrinelli oppure, ma solo un paio di volte, nella latteria a Campo dei Fiori. Vivevo in provincia ma il centro di Roma era caldo e imprevedibile”. Questa l’ambientazione. Ovviamente molto dettagliata, come logico per una persona che ha sempre lavorato con le parole.

Ma poi, il racconto vero e proprio: “Ero in piedi pigiata tra la folla che ad ogni frenata e ad ogni ripartenza si muoveva compatta come un ramo d’alga sul fondale. Attesi un attimo che riprendesse l’equilibrio ma quello non si allontanava, anzi, era dietro di me e non si staccava. Con micro passetti iniziai a fare micro spostamenti in avanti calca permettendo, ma quello iniziava a spingere col bacino e capii che non era casuale, che non si spostava. Minchia che disagio, il suo ma anche il mio. Detti una gomitata per divincolarmi, e, aperte le porte dell’autobus, saltai giù senza gambe e rotolai in una pasticceria”. Un’esperienza pessima per l’allora giovanissima Valeria. Che lancia un monito su questi atteggiamenti che le donne patiscono quotidianamente.

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Chiamatele come volete, violenze, molestie, è solo che possono destabilizzare, disorientare e rimanere scritte sotto pelle. Senno’ mica starei qui, dopo trent’anni, a parlarne” conclude il lungo post su Instagram.