L’ormai ottantenne e disinibita contessa de Blanck parla a cuore aperto di uno dei più grandi amori della sua vita. Scopriamo chi è.
L’aristocratica e socialite ante litteram contessa Patrizia de Blanck in fatto di amori non si è mai negata nulla. Pur avendo avuto un matrimonio a suo dire assolutamente felice, ha sempre avuto un “diversivo”.
Come lei stessa ha avuto modo di dichiarare, è stata una traditrice seriale, avendo avuto sempre, oltre al legittimo marito, un amante in carica. Un uomo solo, a suo dire, non era abbastanza, ma con le qualità di due riusciva a comporre il puzzle dell’uomo ideale.
Il marito, amatissimo, è stato Giuseppe Drommi, console di Panama da cui ha avuto la sua unica figlia, Giada, che ha popolato schermi televisivi e rotocalchi per un po’, prima di dedicarsi, con soddisfazione di tutti, ad altro.

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Quanti amori contessa!
Come già accennato, la camera da letto della contessa ha avuto un discreto ricambio di occupanti, non per nulla lei stessa si è definita una “tigre del materasso”.
Tra gli amanti, annotati nel carnet ed enumerati dalla stessa de Blanck madre, ci sarebbero Yves Montand, Aristotele Onassis, Walter Chiari, Warren Beatty, Raul Gardini e Alberto Sordi.
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La menzione d’onore
Tra coloro che Patrizia ricorda con maggior struggimento (e soddisfazione) c’è Franco Califano, scomparso nel 2013.
Il cantante era soprannominato “il califfo”, facendo una, non velata allusione, alle sue innumerevoli conquista femminili.
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Il califfo e Patrizia si conobbero in un locale, negli anni Settanta, presentati da un comune amico e sin da subito scattò una potente attrazione.
Tra i due, durante la relazione, ci fu un fitto scambio epistolare che la De Blanck ha deciso di rendere pubblico. In quelle lettere, Califano esprime senza mezzi termini la sua passione per la blasonata romana. Dal canto suo Patrizia ricorda la vulcanica fantasia erotica del cantante.
Ma allora, perché è finita?
Le ragioni che adduce la de Blanck sono principalmente due: una sopravvenuta gelosia di Califano nei suoi confronti ed il vizio del fumo (alla contessa non piaceva che si fumasse a letto).
Da donna di indole libera, Patrizia non sopportava l’idea di essere controllata.
Una bellissima storia d’amore andata “in fumo”.