La lotta di donne coraggiose sta commuovendo il mondo | Rischiare la vita per essere come le altre

Sono scese in piazza comunque, nonostante la paura. Il loro obiettivo le rende unite e forti. Ora sono pronte a tutto pur di vincere la loro battaglia

Alcuni mesi fa, nell’estate 2021, il ritiro da parte dell’Occidente dall’Afghanistan, dopo circa vent’anni. Oggi, a distanza di neanche un anno, il ritorno al potere dei talebani porta con sé drammatiche conseguenze. E, a pagare, sono soprattutto le donne.

Proteste (foto web)
Proteste (foto web)

I ministri degli Esteri del G7 hanno condannato in un documento le restrizioni sempre più marcate subite dalle donne in Afghanistan, dove dallo scorso agosto sono tornati al potere i talebani. “Invitiamo i talebani a eliminare urgentemente le restrizioni che riguardano donne e ragazze”, si legge nella nota dei capi delle diplomazie di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.

Dall’Occidente, dunque, arriva la condanna all’imposizione di misure sempre più restrittive che limitano gravemente la capacità di metà della popolazione di partecipare pienamente e in modo equo e significativo alla vita della società.

Una presa di posizione che, però, arriva dopo la “fuga”. Da quel momento, la (ri)presa del potere dei talebani che vogliono fortemente limitare, per non dire azzerare, libertà di donne e ragazze. Così i talebani si stanno isolando ulteriormente dalla comunità internazionale. Contraddicendo le promesse fatte all’inizio del ritorno al potere a Kabul, i nuovi governanti hanno progressivamente reintrodotto le temute restrizioni dei loro precedenti governi. Ecco quali, nel dettaglio.

La stretta dei talebani sulle donne

Le ragazze non sono potute tornare alle scuole secondarie, e molte donne hanno dovuto lasciare il lavoro. Non possono viaggiare da sole e dalla scorsa settimana è tornato in vigore l’obbligo di indossare un burqa completo in pubblico.

Donne afghane contro il burqa (web source) 17.5.2022 direttanews
Donne afghane contro il burqa (web source)

Il ritiro occidentale ha permesso ai talebani di chiudere le scuole alle bambine e di reintrodurre il burqa obbligatorio. Le ultime decisioni che vietano l’istruzione alle bambine e impongono nuovamente il burqa alle donne sono “segnali straordinariamente preoccupanti che devono spingere la comunità internazionale a non abbandonare questo elemento come discriminante. Dialogheremo a partire dalla condizione materiale delle donne e delle bambine” ha detto la vice ministra degli Affari Esteri, Marina Sereni.

Ma, con l’Occidente che ha abbandonato l’Afghanistan (e in particolare le donne afghane) al proprio destino, sono proprio loro, adesso, a battersi per maggiori diritti: “No al burqa, non saremo prigioniere” è l’urlo di protesta delle donne afghane. “Pane, lavoro, libertà”, con queste parole coraggiose molte donne afghane sono scese in piazza, a Kabul, per protestare contro il burqa e rivendicare il loro diritto a vivere da persone libere. Nei negozi, infatti, il retrogrado copricapo femminile non si vende. Una lotta per la libertà che va sostenuta e da cui bisogna prendere esempio.