E’ un crimine in grande aumento: fondamentale la protezione della propria identità digitale. Ecco tutto quello che c’è da sapere
Truffe online, phishing. I reati informatici sono in enorme crescita. Sono i crimini del nuovo millennio. Tra questi, c’è il furto dell’identità digitale. Un tipo di crimine informatico sempre in maggiore crescita. Soprattutto oggi che diversi servizi vengono erogati online e crescono sensibilmente pagamenti e operazioni economiche in rete.

L’Italia, in tal senso, sconta un problema molto grande di alfabetizzazione tecnologica e digitale. Eppure, ormai, dovrebbe essere la normalità vivere e abitare il mondo digitale con consapevolezza e in sicurezza, al sicuro dai rischi e dalle minacce che vi si annidano. E’ fondamentale aiutare i cittadini a costruire la consapevolezza dell’ambiente digitale e “abitarlo” in sicurezza.
Dal linguaggio appropriato sui social, all’approccio sano al gioco online, passando per la tutela degli affetti e dell’intimità, sino al riconoscimento delle fake news. Ma anche e soprattutto, la protezione della propria identità digitale. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il furto dell’identità digitale
Si tratta di una procedura in rapida crescita negli ultimi anni. Sono essenzialmente tre i motivi e le finalità che portano al furto dell’identità digitale: ottenere abusivamente i dati personali della vittima, vendere tali dati personali ad altri soggetti e utilizzarli per altri fini, che possono essere truffe, richieste di riscatto, minacce e altri reati molto gravi.
Sembrano evenienze teoriche, ma provate a immaginare se qualcuno iniziasse a fare acquisti online con il vostro nome e i vostri soldi. O se avesse accesso ai vostri social e alla vostra mail, dove custodite preziose informazioni, sia di natura personale e sentimentale, ma anche economica e finanziaria.
Stiamo parlando, quindi, di un reato bello e buono. Che, tuttavia, non è codificato in maniera specifica. I reati di riferimento, infatti sono la sostituzione di persona e la frode informatica.

Il primo punisce “chiunque, al fine di procurare a sé o agli altri un vantaggio o di recare agli altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o agli altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici”. Un crimine che è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno.
La frode informatica (che, per intenderci, è quella che scatta quando una carta di credito viene clonata) prevede la reclusione da due a sei anni e la multa da 600 a 3.000 euro.
Ma ci si può difendere da questi crimini? Innanzitutto consigliamo di controllare quali informazioni sono visibili sui social, cercando di limitare la platea dei soggetti che possono venirne a conoscenza.
E, ovviamente, fate ampio uso delle password, non facilmente individuabili e non comunicatele a nessuno o lasciatele visibili. E, ovviamente, segnalate tutto ai social network o le piattaforme dove pensate di aver subito l’illecito e denunciate tutto alla polizia postale.