Alzheimer, lo studio rivela come diminuire il rischio | I risultati sono incredibili

Nonostante i progressi fatti dalla medicina negli ultimi anni, non c’è ancora una vera cura che possa fermare il morbo di Alzheimer. La ricerca sul tema, però, non si ferma e ha individuato un’azione che può servire a ridurre il rischio di contrarre la malattia.

Alzherimer cervello demenza
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Molte malattie che fino a qualche anno fa sembravano incurabili ora se diagnosticate in tempo possono permettere di arrivare alla guarigione. Tra queste non rientra però il morbo di Alzheimer, uno dei disturbi più difficili da accettare non solo per il paziente, ma anche per chi gli sta vicino.

Il momento in cui non si viene riconosciuti dal malato, specialmente se si tratta di un genitore, diventa infatti spiazzante e difficile da accettare per chiunque. Al momento non esistono terapie che possano permettere di debellare o allentarne la progressione, ma è comunque possibile mantenere il più a lungo possibile l’autonomia di chi ha ricevuto un responso così negativo. Questo permette almeno in parte di alleviare peso che tutta la famiglia avverte in questi casi.

Morbo di Alzheimer: è possibile arrivare a una diagnosi precoce?

Al momento non ci sono ancora molte certezze su quali possano essere le cause del morbo di Alzheimer, anche se c’è chi pensa che possa essere ereditario. Proprio per questo chi ha un familiare che ne ha sofferto non dovrebbe mai sottovalutare i primi sintomi.

Alcuni segnali apparentemente potrebbero non sembrare gravi e collegati ad altri problemi, ma segnalarli al medico tempestivamente può rivelarsi determinante. E’ il caso, ad esempio, di difficoltà con la memoria a breve termine, come può accadere se non si sa dove si è messo il portafoglio o se si è pagato una bolletta.

Alcune forme di demenza risultano essere progressive, questo significa quindi uno sviluppo lento e tardivo. Riuscire a rallentare il processo diventa così più difficile.

Pur non essendoci modo di prevenire effettivamente l’insorgenza, ci sarebbe un’azione che molti di noi compiono quasi quotidianamente e che può rivelarsi efficace. E’ uno studio inglese a confermarlo.

Prevenire l’Alzheimer è possibile: la scoperta inaspettata

Pur potendo fare poco per prevenire l’Alzheimer, c’è un’azione che molti di noi fanno quasi quotidianamente e che può essere utile allo scopo. Si tratta delle faccende domestiche, oltre che delle passeggiate a ritmo sostenuto e delle gite in bicicletta.

A metterlo in evidenza è uno studio in cui sono state coinvolte mezzo milione di persone: sulla base di quanto emerso, si è riscontrata una riduzione del 35% dell’insorgenza della malattia.

Buoni anche i risultati per chi era abituato a fare frequentemente incontri con famiglia e amici. In questo caso, infatti, il caso era del 15%.

I partecipanti allo studio hanno dovuto indicare anche se avessero familiari con demenza e sono stati seguiti per una media di 11 anni. Alla fine sono state 5.185 ad avere contratto il morbo.

Le persone che erano impegnati in attività tra cui esercizi frequenti, faccende domestiche e visite quotidiane di familiari e amici avevano rispettivamente il 35%, 21% e 15% in meno di rischio di demenza, rispetto alle persone che erano meno impegnate in queste attività.

Alzheimer casa pulizie
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Fare compiti che tengono impegnata la mente o il fisico può avere quindi uno scopo positivo, a maggior ragione per chi lo fa con maggiore frequenza. Nelle persone che si esercitavano frequentemente il tasso di incidenza era di 0,45 casi ogni 1.000 anni persona rispetto a 1,59 per le persone che si esercitavano raramente.