Allergia al sesso, chiunque puo’ svilupparla: di cosa si tratta

Si chiama Sindrome da malessere post-orgasmico, già diagnosticata a decine di uomini nel mondo, l’allergia all’eiaculazione.

Negli  ultimi anni, complici il cambiamento climatico ed agenti inquinanti, si è visto un inusuale aumento delle allergie tra la popolazione. Un’allergia è una risposta esagerata del nostro stesso sistema immunitario a seguito del contatto con un elemento considerato estraneo dal nostro organismo. Le più comuni e conosciute sono le allergie alla polvere o ai pollini, ma alcune ricerche confermano l’esistenza di allergie all’apparenza meno comuni.

Allergia all'orgasmo sindrome
Il disagio di una sindrome rara – foto da Pexels di Daniel Reche

Uno studio condotto da Andrew Shanholtzer della William Beaumont School of Medicine, Oakland University, USA, su un giovane di 27 anni, la cui identità viene tutelata, suppone che il problema sia nato dopo un’infezione o una lesione ai testicoli, che possa aver causato un afflusso di sperma, nella circolazione del sangue, inducendo quindi la reazione delle difese immunitarie.

L’allergia all’orgasmo che non permette di fare sesso, sintomi e trattamento

Il giovane sfortunato, sembrerebbe aver visto la comparsa dei primi sintomi, ben 10 anni prima della diagnosi, da allora avrebbe evitato di avere rapporti, dopo i quali, a seguito dell’eiaculazione, cominciavano a presentarsi dei sintomi influenzali che potevano durare da 2 a 7 giorni, ed ancora debolezza muscolare, difficoltà di concentrazione e problemi con il linguaggio e la memoria. Inutile soffermarsi sulle conseguenze psicologiche e la difficoltà nel vivere relazioni personali.

Sindrome allergica orgasmo
Il disagio per una malattia rara – foto da Pexels di Andrea Piacquadio

La Sindrome da malessere post-orgasmico, o “POIS – Postorgasmic illness syndrome”, nonostante sia considerata una malattia rara, in quanto solo poche decine di casi sarebbero confermati, sembrerebbe in realtà essere più diffusa, ma poco riconosciuta da molti uomini che continuerebbero a convivere con le difficoltà che ne conseguono, senza sapere che esiste una terapia con antistaminici,  tra cui la fexofenadina, utilizzata proprio nel caso del giovane ventisettenne, che ne avrebbe risolto i sintomi del 90 %.

Non dimentichiamoci mai che, parlare apertamente con il nostro medico e con uno specialista, è sempre consigliabile!