Auriane Dumesnil, attivista di Pépite Sexiste, e la denuncia sulla “tassa rosa”, l’ineguaglianza di costo degli stessi prodotti e giocattoli destinati uomini e donne.
Il femminismo, oggi conosciuto per il recente movimento Hollywoodiano #metoo, è in realtà un movimento ben più complesso, un processo di divulgazione e battaglie per i diritti delle donne, che ha origine secoli fa e con esponenti come Marie de Gourney nel 1600 o Elizabeth Mallet nel 1700, tipografa inglese nonché produttrice del primo quotidiano britannico. Le lotte femministe hanno avuto negli anni varie sostenitrici ad attiviste impegnate spesso in diverse conquiste.

Oggi tra gli esponenti dei nostri vicini francesi troviamo Pépite Sexiste, associazione nata nel 2018, che comprende conumatrici e consumatori impegnati a rendere il marketing di alcuni prodotti più giusto ed etico, e che combatte gli stereotipi descrittivi di alcuni prodotti.
Pèpite Sexiste e la denuncia dei costi maggiorati per le donne
Pèpite Sexiste e la rivista francesce “60 Million de Consommateurs”, fanno luce su una serie di inuguaglianze riscontrate sui prodotti destinati alle consumatrici femminile chiamando il fenomeno “taxe rose” ossia “tassa rosa” e condividono sui loro social una serie di immagini, dimostrando come gli stessi prodotti, ma con confezioni di colori diversi, a volte abbiano un costo evidentemente superiore.

Tra i prodotti sotto il mirino, troviamo, non solo giocattoli, ma anche beni per l’igiene, il cui solo colore rosa della confezione, porta prezzi maggiorati. Shampoo e deodoranti venduti in note catene di supermercati, fino ad arrivare a rasoi identici, dello stesso produttore ma solo perché rosa, diminuiti nel contenuto della stessa confezione.
Pèpite Sexiste ci invita ad essere attenti e a segnalare le sopra citate differenze laddove ne incontrassimo. Acquistare consapevolmente fa parte del nostro contributo quotidiano per migliorare la società in cui viviamo ed abbattere gli stereotipi.