Il minatore, una delle professioni più pericolose al mondo, al quale troppo spesso non viene attribuito il giusto merito e non ne viene riconosciuta l’importanza. Vi raccontiamo la storia Michael McGuire, un padre, un marito, un minatore.
In miniera, lo sappiamo, avvengono le estrazioni di minerali, rocce o carbone, beni di cui facciamo il più disparato utilizzo nella vita quotidiana. Il carbone che comunemente conosciamo per l’impiego come risorsa energetica e combustibile, è anche di recente tornato protagonista discusso, proprio relativamente all’attuale crisi climatica e delle risorse di utilizzo. Ma la miniera, è anche un luogo pericoloso ed il minatore, uno dei mestieri più rischiosi e nocivi al mondo.

Gli incidenti minerari nella storia dell’uomo sono numerosi e con numerose vittime. La vita dei minatori è spesso stata riportata anche sul grande schermo, con il tentativo di far conoscere le difficoltà che riscontrano i lavoratori. Tra i più acclamati ricordiamo “Billy Elliot” di Stephen Daldry, che affronta numerose tematiche in modo toccante e delicato, ma ci racconta anche il famoso sciopero dei minatori inglesi del 1984 sotto il governo Thatcher, il padre ed il fratello di Billy (aspirante ma povero ballerino), sono magistralmente interpretati da Gary Lewis e Jamie Draven.
Il papà minatore che porta il figlio alla partita di basket, ancora sporco di carbone
La storia che vi raccontiamo oggi, a lieto fine, è più vicina nei tempi. John Calipari, allenatore della squadra di basket Blue-White Kentucky Wildcats, che discende da una famiglia di minatori di carbone di Clarksburg, Virginia, condivide sulla sua pagina social, l’immagine di un papà con suo figlio che siedono sugli spalti per assistere alla partita, il papà indossa ancora gli abiti di lavoro ed è sporco di carbone. Calipari, tenendo conto delle sue origini e conoscendo le difficoltà vissute dai minatori da vicino, decide di pubblicarla proprio per cercare quel papà ed offrire a lui e la sua famiglia i biglietti per la Rupp Arena, con trattamento VIP.

Il post dell’allenatore diventa virale grazie agli internauti che condividendolo, riescono a risalire Micheal McGuire, il papà, che per poter portare il figlioletto Easton alla partita in tempo, non ha fatto in tempo a cambiarsi arrivando diretto dal lavoro. La moglie, Molli, racconta che, stanco dopo una dura giornata di lavoro, Michael voleva solo riuscire ad arrivare in tempo alla partita con il figlio.
Se ci sentiamo vicini al Signor McGuire, riconoscendo il valore e l’importanza della classe operaia, ci sentiamo anche obbligati a ringraziare l’allenatore John Calipari, che ci dimostra senza dubbio, che a questo mondo, la differenza, la fanno ancora le brave persone.