Xiaomi ha deciso di creare un nuovo processore da impiantare nei suoi futuri smartphone allo scopo di frenare l’ascesa della Casa della Mela.
Molti settori industriali, anni fa, furono colpiti da una gravissima carenza dei chip, che si è protratta nel tempo. Ciò ha spinto alcune aziende a voler rendersi autonome e a voler prodursi in maniera indipendente i propri chip. Possiamo ricordare un primo tentativo fatto dalla Xiaomi che, con l’acquisizione di VeriSilicon, aveva lanciato il suo primo processore Surge S1. Non riscosse un grande successo, fu utilizzato solo per alcuni smartphone che non uscirono al di fuori del mercato del Gigante Asiatico. Il Surge S1 era un chip di fascia bassa costruito con un processo produttivo a 28 nm, dotato di otto core basati sull’architettura ARM Cortex-A53.

Gli otto core erano così suddivisi: quattro erano progettati per assicurare prestazioni alte a una frequenza di clock più elevata, pari a 2,2 GHz, mentre gli altri quattro operavano a 1,4 Ghz ed erano, quindi, ottimizzati per l’efficienza energetica. Dopo il buco nell’acqua Xiaomi ha deciso di riprovarci. Spinta anche dalle nuove direttive del governo cinese, sempre più proiettato a una totale autonomia delle aziende territoriali che per alcune tecnologie dipendo ancora dai paesi esteri. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il Colosso cinese Xiaomi il 2025 sarà coronato da una importante produzione di chip. Scopri come uscire da una grave situazione debitoria.
Xiaomi si renderà autonoma con la produzione di chip nel 2025
La casa cinese Xiaomi tenta la completa indipendenza, ha deciso di prodursi da sola i processori che saranno usati nei prossimi smartphone. Attualmente utilizza il processore Snapdragon della Casa statunitense Qualcomm e quelli della Casa taiwanese MediaTek. Xiaomi non è la sola a cercare di generarsi da sola i propri chip, anche il concorrente diretto Oppo sta tentando questa strada, senza grandi risultati. Gli unici che attualmente sono riusciti in questa impresa sono i colossi americani Apple e Google, che hanno integrato i loro device con i chip autoprodotti.

In difficoltà anche Samsung che utilizza ancora i chip Qualcomm, più prestanti e potenti rispetto ai suoi Exynos. Un altro settore in cui Xiaomi sta investendo molto è quello automobilistico, soprattutto dopo le sanzioni introdotte ma poi revocate da Trump. I chip, infatti, potrebbero dare una miglioria anche a livello di connettività dei suoi veicoli elettrici oltre che ai dispositivi mobili. Come dichiarato dal presidente e amministratore delegato Lei Jun, Xiaomi prevede di investire circa 30 miliardi di yuan (circa 4,1 miliardi di dollari) tali fondi saranno destinati per l’incremento dell’intelligenza artificiale, per il miglioramento dei sistemi operativi e lo sviluppo di chip.